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Carpi, Collezione Contini, botta e risposta tra il consigliere Andreoli e l’Assessore Bellelli

politica2Il Consiglio comunale di Carpi nella seduta di giovedì 12 novembre ha visto l’assessore alle Politiche culturali Alberto Bellelli replicare ad una interrogazione del capogruppo del PdL Roberto Andreoli sul Museo delle arti e delle tradizioni contadine, la cosiddetta Collezione Contini, di cui di recente si è appreso essere destinata ad una struttura espositiva di San Benedetto Po (Mn). “Una perdita di un importante patrimonio – l’ha definita Andreoli – che racconta come era la nostra città prima del boom economico. Quali le valutazioni della Giunta su questo fatto?” Andreoli ha poi chiesto ragguagli sull’inventario fotografico fatto a suo tempo, sui progetti legati alla Collezione, sul progetto per il recupero e la valorizzazione della ex Corte di Fossoli, sulle superfici oggetto dei lavori di recupero di Palazzo dei Pio e su quelle occupate per fini museali e infine sul destino delle opere della Collezione ora all’interno del Museo della Città.

L’assessore Bellelli ha replicato all’esponente del Pdl citando i dati economici relativi ai contributi della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi per l’inventariazione degli oggetti della collezione, di quelli comunali per la campagna di rilevazione fotografica e di supporto alla stessa oltre che di catalogazione a cura dei Musei di Palazzo dei Pio, lavoro che quindi è stato portato a termine. La Direzione dei Musei, ha spiegato Bellelli, ha organizzato e promosso specifiche iniziative nell’ambito dell’Estate carpigiana dal 2005 al 2008 e inserito progetti didattici ad hoc nella guida alle scuole. “L’incarico per la progettazione preliminare per il recupero e la valorizzazione dell’ex Corte di Fossoli, individuata come ubicazione naturale della Collezione, è stato affidato all’architetto Franca Stagi alla fine del 2004 – ha detto Bellelli – per circa 70mila euro più contributi Inarcassa e Iva, di cui 65 mila stanziati dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi. La spesa preventivata per questo intervento è stato di 4, 166 milioni di euro, più il 2% di Inarcassa e l’Iva al 20%. La Fondazione Cassa ha poi affermato a gennaio 2007 di non essere più disposta a versare i 65mila euro concordati e affermando di non volere sostenere le spese per il recupero degli edifici. All’architetto Stagi dunque sono stati liquidati 9500 euro più Inarcassa e Iva per la progettazione preliminare”.

Bellelli ha poi elencato le superfici scoperte di Palazzo dei Pio e anche quelle dei principali servizi dell’edificio. I pezzi della Collezione facenti parte del percorso del Museo della Città resteranno di proprietà del Comune e continueranno ad essere parte del percorso museale. “Dispiace dello spostamento a San Benedetto Po di questo importante patrimonio locale che merita di essere valorizzato – ha concluso Bellelli – Abbiamo cercato comunque strade alternative proponendole alla famiglia Contini: ad esempio creando un museo diffuso collocando i pezzi della collezione all’interno di attività produttive locali del settore enogastronomico, ipotesi poi bocciata dalla famiglia che voleva tenere unita la Collezione stessa. Abbiamo poi proposto il recupero di una ex casa colonica vicino all’oasi La Francesa ma abbiamo poi saputo del trasferimento dei pezzi di Contini a San Benedetto Po…Non credo infine che il Palazzo dei Pio possa essere il luogo più adatto per manufatti come quelli, visto che lo abbiamo pensato come contenitore artistico legato al periodo rinascimentale: e poi mi permetto di ricordare come Musei delle arti e tradizioni contadine sono già presenti in comuni limitrofi…”.

Roberto Andreoli in sede di controreplica ha affermato di “esser stato preso in giro, frutto di un furto di quello che è un pezzo della nostra storia. Bene ha fatto Contini a scegliere di insediare altrove la sua Collezione. Spero in futuro si possa trovare uno spazio tra quelli liberi a Palazzo dei Pio, e spero di portare un carro agricolo all’interno del Cortile d’onore. E’poi inaccettabile dal punto di vista politico che le strategie culturali e non solo dipendano dalle scelte della Fondazione Cassa di Risparmio….”.
















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