A tre anni dall’entrata in vigore della riforma europea dell’Ocm zucchero e dalla conseguente chiusura di 15 zuccherifici non sono ancora partiti i progetti di riconversione che dovevano servire a costruire una filiera agro-energetica nel nostro paese e a dare un’alternativa occupazionale ai 2.000 lavoratori attualmente interessati dalle dismissioni.
I progetti di riconversione, frutto di un serrato confronto in sede sindacale ed istituzionale tra le aziende, i comuni, le Regioni e il governo centrale, sono stati tutti elaborati e per la loro realizzazione è stato stanziato un miliardo di euro. Interessi corporativi delle Organizzazioni agricole e lo stallo istituzionale hanno, però, fatto slittare i tempi delle riconversioni, rischiando così di vanificare tutti gli sforzi compiuti finora e innescando un trauma occupazionale senza precedenti. Come se non bastasse, infatti, a fine anno scadranno quegli ammortizzatori sociali che dovevano accompagnare e sostenere il reddito dei lavoratori fino alle avvenute riconversioni. Dal 1° gennaio del 2010 2.000 lavoratori si troveranno, pertanto, senza un posto di lavoro e senza un reddito.
“Quanto sta accadendo nel comparto saccarifero ha dell’incredibile” – ha dichiarato il Segretario nazionale della Flai-Cgil Antonio Mattioli – “perché a fronte di questa drammatica situazione il tavolo interministeriale non ha ancora nominato i commissari che devono sbloccare le autorizzazioni definitive per i progetti di riconversione, i Ministri delle Politiche agricole e dello Sviluppo economico latitano e le risorse stanziate rischiano di essere utilizzate solo ed esclusivamente dalle imprese dello zucchero e da quelle agricole”. “Nelle prossime settimane” – ha continuato Mattioli – “si terranno degli incontri a livello istituzionale per cercare di sbloccare la situazione ma appare chiaro che se lo scenario non dovesse cambiare sarà difficile prevedere le reazioni dei lavoratori”.