“La sentenza di condanna di Antonella Conserva – comminata senza prove e al di qua di ogni ragionevole dubbio – ha fatto scempio della logica, della scienza, del diritto, dell’investigazione criminale, delle indagini difensive e dei diritti della difesa dell’imputata”. Lo dice il consulente della donna, il criminologo Carmelo Lavorino.La corte d’assise d’appello di Bologna ha confermato il 4 novembre scorso la pena di 30 anni di carcere inflitta in primo grado alla donna per il sequestro e la morte del piccolo Tommaso Onofri; contestualmente ha confermato l’ergastolo per l’ex compagno Mario Alessi.
Ma per Lavorino la corte bolognese ha dato credito ai due rapitori di Tommaso, Mario Alessi e Salvatore Raimondi, che “sin dall’inizio hanno mentito avvalendosi dello scaricabarile e di menzogne fini, abili e calcolate”. Rapitori che “continuano a nascondere verità importantissime per risolvere l’enigma (mandanti, regista e fiancheggiatori ed acquirenti della povera piccola vittima; azioni, comportamenti e patti segreti)”.
Per il criminologo “una persona innocente è in carcere da 2 aprile 2006, la verità sul rapimento e sulla morte del povero bambino è in parte ignota, qualche colpevole sta gongolando in libertà grazie alla sentenza de quo ed alle indagini imperfette di chi aveva l’obbligo di scoprire la verità dei fatti e invece si è fatto manipolare dal rapitore Raimondi”.