La raccolta fondi per l’Unione italiana lotta alla distrofia muscolare (Uildm) realizzata attraverso la vendita telefonica di arance, è stata sospesa. E’ la decisione presa dalla sede bolognese dell’associazione, coinvolta nella truffa organizzata da un agrigentino di 45 anni, arrestato il 30 ottobre dai carabinieri di Rubiera (Reggio Emilia) dove vive, con l’accusa di essersi intascato il ricavato della vendita. A far scattare l’arresto è stata una denuncia presentata dalla Uildm a metà ottobre. Dopo la sospensione della vendita, Antonella Pini, presidente della sezione bolognese dell’associazione, ha lanciato un messaggio ai cittadini: “Continuate a fidarvi della Uildm e delle sue attività a sostegno delle persone con distrofia muscolare”, pur con l’invito a non comprare arance per conto dell’Unione. Pini ha poi ringraziato i propri legali, le forze dell’ordine e la magistratura per “avere interrotto una ignobile truffa di diverse migliaia di euro a danno delle persone più deboli”. Come ha ricostruito la Uildm in una nota, il siciliano (che intanto è stato scarcerato) è accusato di appropriazione indebita per essere venuto meno all’accordo sottoscritto con l’associazione e aver sottratto i fondi raccolti attraverso la vendita telefonica di arance a persone delle province di Reggio Emilia, Modena e Bologna, convinte che i soldi servissero a sostenere la ricerca scientifica e l’assistenza ai malati di distrofia muscolare.
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