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Un’associazione per i produttori dell’Anguria reggiana

Mercoledì sera, nella cornice della Sala consiliare del Comune di Novellara, si è compiuto l’atto ufficiale che ha sancito la nascita dell’Associazione fra produttori dell’Anguria Reggiana, che mira a valorizzare – anche attraverso un marchio da esibire in Italia e in Europa – una delle produzioni ortofrutticole di pregio presenti sul territorio della medio-bassa pianura reggiana.

L’Associazione – frutto dell’impegno dell’Assessorato all’Agricoltura della Provincia e di un gruppo di produttori d’anguria delle zone tipiche tra Novellara e Santa Vittoria di Gualtieri, sostenuti dalle associazioni di categoria – è stata costituita dai rappresentanti di 20 aziende agricole. L’assemblea di Novellara, aperta dal presidente della Coop Ortolani di Reggio Marino Zani, ha provveduto a nominare un consiglio composto da 9 membri e ad eleggere presidente Ivan Bartoli dell’Azienda agricola Bartoli di Novellara, che sarà affiancato da due vicepresidenti: Marco Guarienti dell’azienda La Palazzina di Santa Vittoria di Gualtieri e Pietro Codeluppi della Codeluppi di Guastalla. La sede della neonata Associazione fra produttori dell’Anguria Reggiana sarà presso il Servizio Valorizzazione Produzioni agricole della Provincia di Reggio.
L’Anguria Reggiana, tipico “frutto dell’estate”, vanta un’antica tradizione ed è molto apprezzata non solo in zona, ma anche in Italia ed in Europa. “Stenta tuttavia ad essere riconoscibile commercialmente fuori dal nostro territorio di produzione, nonostante la fama che deriva da secoli di coltivazione e apprezzata diffusione anche fuori dai confini provinciali”, sottolinea l’assessore Roberta Rivi.
In un mercato nel quale i prodotti agricoli di molteplici provenienze (e caratteristiche) circolano indistintamente, perché la qualità venga riconosciuta dal consumatore occorre però certificarla. Per questo, negli scorsi mesi, un gruppo di lavoro di produttori coordinati dal Servizio Agricoltura della Provincia e aperto ai tecnici delle associazioni di categoria, ha verificato la possibilità di ottenere il marchio europeo di Indicazione Geografica Protetta per l’Anguria Reggiana.

“L’indagine e le analisi compiute – spiegano in Provincia – hanno inquadrato la potenzialità di questo ortofrutticolo estivo che nel Reggiano era coltivato nel 2006 per 340 ettari, con una produzione stimata in 162.000 quintali ed un volume d’affari intorno al milione di euro. Per quanto riguarda la qualità, si è poi cercato di capire, insieme al Servizio Analisi suoli della Regione, quale siano i terreni più vocati alla coltura, mentre con i produttori si è definito l’identikit dell’anguria tipica di qualità coltivata nel Reggiano”.

Al fine di avere tutti gli elementi necessari per dimostrare le qualità dell’Anguria reggiana, sostenute sul piano tecnico-economico dalla Provincia e con l’impegno diretto dei produttori, sono state effettuate anche ricerche scientifiche da parte del Dipartimento di Scienze degli alimenti dell’Università di Ferrara. Seppur compiute in condizioni difficili a causa della variabilità del clima, i test sono stati lusinghieri, tanto che nel marzo scorso è stato presentato alla Regione da parte dei Centri di ricerca regionali in agricoltura un Progetto biennale volto proprio ad approfondire le qualità dell’anguria reggiana in relazione ai suoli ed alle tecniche di coltivazione.
















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