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Recrudescenza del fenomeno del gioco d’azzardo anche a Modena

Come già documentato dagli organi e dalle istituzioni preposte ed evidenziato dagli organi di stampa locali e regionali, negli ultimi periodi è stata da più parti segnalata una recrudescenza del fenomeno del gioco d’azzardo, nella provincia di Modena così come in numerosi altri centri del paese.

Sulla base delle numerose segnalazioni pervenute, la I Sezione della Squadra Mobile di Modena, Nucleo Provinciale Polizia dei Giochi e delle Scommesse, aveva già da alcune settimane avviato mirate attività di intelligence finalizzate a riscontrare la presenza in città di luoghi deputati all’esercizio del gioco d’azzardo.
Sulla base della specifica esperienza degli operatori della I Sezione della Squadra mobile, veniva localizzato un locale ricettivo pubblico (precisamente un circolo privato) in una zona adiacente al centro storico di Modena, parte del quale risultava adibito a bisca clandestina.
Dopo alcune settimane di mirati appostamenti, in data 14.05.2009 alle ore 19.00 personale della Squadra Mobile, unitamente a personale della Polizia Amministrativa e Sociale della Questura di Modena, decideva di effettuare un controllo mirato all’interno del circolo.
Nel corso di un preventivo servizio di osservazione (essenziale per meglio comprendere fasce orarie e modalità di accesso al circolo adibito a bisca), si aveva modo di rilevare la piena attività del circolo nonostante fosse solo tardo pomeriggio (tradizionalmente il gioco d’azzardo è sempre stato praticato in ore notturne).
Infatti nel giro di alcune decine di minuti, venivano notate accedere numerose persone, alcune delle quali già note agli operatori della I sezione della Squadra Mobile per i loro precedenti per gioco d’azzardo e, in particolare, per essere state più volte identificate nel corso di controlli eseguiti all’interno di bische ove si esercitavano giochi proibiti dalla legge.
Durante lo svolgimento del preliminare servizio di osservazione si accertava inoltre che l’accesso sulla strada del locale (e dal quale si accede al circolo, che si trova posizionato al primo piano di uno stabile), risultava munito oltre che di videocitofono, anche da sistema di apertura elettrico e di doppia porta blindata (schema, questo, tipico dei locali in cui si pratica il gioco d’azzardo).
In particolare veniva riscontrato che i clienti, dopo essersi fatti riconoscere attraverso una telecamera posizionata sull’ingresso, accedevano attraverso la prima porta e, solamente dopo che questa era stata richiusa alle loro spalle, veniva loro permesso l’ingresso attraverso la seconda porta, costituita da un cancello in ferro.
Medesime misure di sicurezza erano state applicate anche sull’uscita di sicurezza (che si trova posizionata alle spalle del circolo) in quanto, oltre alla porta blindata, era stata fabbricata una gabbia in acciaio, anch’essa con cancello blindato chiuso con serratura ed una grossa catena in ferro con lucchetto che, sporgendo sul pianerottolo, permetteva di poter aprire la porta di sicurezza senza che dall’esterno si potesse accedere all’interno dei locali.

Tale stratagemma, più volte riscontrato anche nel corso di precedenti controlli eseguiti in altre bische cittadine, veniva adottato al fine di precludere ogni tentativo da parte delle forze dell’ordine di accedere all’interno dei locali prima che i frequentatori avessero avuto il tempo necessario per fare sparire ogni traccia dell’illecita attività di gioco d’azzardo.
Al fine di ottenere l’effetto sorpresa (necessario per la configurazione giuridica del delitto ex art. 718 c.p.) ed evitare quindi che ogni possibile traccia venisse dispersa due degli operatori, atteso l’arrivo di un altro avventore (anche questo già noto agli operanti per i suoi precedenti per gioco d’azzardo) e dopo che questi aveva avuto l’accesso attraverso la prima porta, si proiettavano alle spalle dell’uomo, attendendo l’apertura del secondo cancello blindato.
La manovra però non sortiva l’effetto desiderato poiché nonostante la prima porta fosse stata regolarmente chiusa, il secondo cancello blindato non veniva aperto.
Poco dopo scendeva dal piano superiore un individuo, persona già nota alla I Sezione della Squadra Mobile per essere un assiduo frequentatore di bische clandestine, il quale chiedeva all’altro potenziale giocatore se le due persone presenti all’interno della due porte fossero di fiducia.
A questo punto gli operatori si qualificavano come appartenenti alla Polizia di Stato in procinto di effettuare un controllo all’interno del circolo e pertanto lo invitavano a sbloccare le porte.
L’uomo cominciava ad agitarsi, riferendo di non poter permettere l’accesso da quel punto poiché, a suo dire, il pulsante di sblocco delle serrature si trovava posizionato al primo piano al termine della rampa di scale. Allo stesso veniva quindi intimato di procedere all’immediata apertura della porta diffidandolo nel contempo dal comunicare agli altri avventori la presenza del personale della Questura di Modena.
Pochi attimi dopo si udiva al piano superiore un forte trambusto (tipico di persone che corrono e di sedie e tavoli che vengono spostati) e, solamente dopo alcune decine di secondi, il cancello veniva aperto permettendo così l’accesso del personale operante.
Al piano primo del circolo, nel salone antistante l’ingresso di quella che poi sarebbe stata individuata quale sala adibita a bisca, venivano notate numerose persone, alcune delle quali conosciute dagli operatori per i loro trascorsi penali e per essere assidui frequentatori di bische clandestine. Queste, cercando di sottrarsi al controllo, uscivano di corsa dirigendosi verso l’attigua sala biliardi, cercando così di mischiarsi con gli altri normali avventori del locale.
Tale mossa veniva però repentinamente bloccata dagli operatori i quali, dopo avere riportato la calma e bloccato ogni via di fuga (in quanto alcuni dei presenti stava cercando di defilarsi), procedevano alla loro identificazione. Tra questi venivano identificati numerosi soggetti con precedenti per vari reati e, alcuni, proprio per gioco d’azzardo.

Successivamente all’attività di identificazione dei presenti, si procedeva al controllo eseguito all’interno della sala destinata al gioco d’azzardo.

All’interno si registravano 4 tavoli sui quali era stato applicato un panno morbido di colore verde, predisposti appositamente per il gioco delle carte, 1 tavolo da gioco di forma ovale solitamente utilizzato per il gioco del poker tipo “Texas Holden” (al quale possono partecipare fino ad 11 giocatori), una macchinetta appositamente predisposta per mischiare le carte da gioco ed utilizzata anch’essa per il gioco del poker più altri accessori sempre necessari per i vari giochi delle carte.
In particolare all’interno dei vari cestini dei rifiuti venivano rinvenuti e recuperati numerosi mazzi di carte già utilizzate, alcuni block notes e, in particolare, nel bidone dei rifiuti posizionato all’uscita di sicurezza (posizionati sulla parte superiore dei rifiuti a lasciar intendere di essere stati appena gettati), venivano rinvenuti numerosi biglietti strappati recanti appunti delle giocate appena interrotte ed altri mazzi di carte da gioco.
Sempre nel corso del controllo eseguito all’interno della sala venivano rinvenuti, celati all’interno di alcuni cassetti di una scrivania, altri 4 panni in tessuto morbido di colore blu appositamente predisposti e tagliati della misura esatta dei 4 tavoli da gioco presenti nella sala.
All’interno di una cassettiera posizionata alle spalle di un bancone venivano inoltre rinvenuti numerosissimi mazzi di carte da gioco di vari tipi nonché altri block notes.
Nel corso delle operazioni di identificazione giungeva sul posto un altro soggetto anch’esso noto a questi uffici per essere un assiduo frequentatore e, in passato, gestore di circoli privati. Questi, presentandosi quale soggetto facente parte del consiglio di amministrazione del circolo, diceva di poter parlare in sostituzione del presidente del circolo, al momento assente.
Tutto quanto emerso nel corso del controllo e sopra indicato, secondo le più recenti sentenze della Corte di Cassazione consentiva la perfetta configurazione giuridica del gioco d’azzardo.
Al termine del controllo tutto il materiale rinvenuto veniva sottoposto a sequestro.
Medesimo provvedimento di sequestro penale, previa apposizione di sigilli, veniva adottato anche per la stanza adibita a bisca clandestina e dove venivano lasciati in deposito anche tutti i tavoli da gioco ivi contenuti.
Tutti gli avventori sorpresi all’interno della sala adibita a bisca clandestina, a carico dei quali venivano redatti verbale di identificazione, elezione di domicilio e nomina del difensore, venivano successivamente deferiti alla locale A.G. per il delitto di gioco d’azzardo in concorso.
















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