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Cavòn di Campagnoa, Filippi (PDL): plauso a PM e a carabinieri

Le nuove indagini promosse dalla Procura della Repubblica di Reggio Emilia sul Cavòn di Campagnola hanno portato a nuovi, importanti risultati grazie all’uso delle tecnologie più avanzate, all’impegno dei Carabinieri Reggio e del Ris di Parma e grazie allo scrupolo e alla professionalità del Sostituto procuratore Maria Rita Pantani, alla quale va il mio plauso e di tutte le persone che credono nella verità e nelle giustizia.

E’ necessario continuare a scavare e ad analizzare i resti del Cavòn di Campagnola e delle altre fosse comuni per dare un nome e un cognome a tanti morti che ancora oggi non hanno il diritto alla dignità di una tomba.
Sono passati molti anni, saranno 64 anni il 25 aprile, eppure il bisogno di verità ha resistito a decenni di omertà: una vera riconciliazione delle coscienze sarà possibile solo con il trionfo della verità.
Ma insieme ai passi avanti, dobbiamo purtroppo registrare la sprezzante chiusura da parte di chi preferisce l’insabbiamento e l’oblio.
Proprio in questi giorni la presidenza dell’Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna ha negato il patrocinio alla commemorazione del prossimo 26 aprile della strage di Cernaieto. La lettera di diniego afferma che non sono state riscontrate “le caratteristiche previste dalla normativa vigente”.
E’ una motivazione risibile e bugiarda, perché a Cernaieto furono ammazzate 23 o 24 persone, tutte italiane, in gran parte militi della Rsi che si erano arresi ai partigiani con la promessa di aver salva la vita, oltre a due ragazzi di sedici anni e una donna.
Da sottolineare che la richiesta di patrocinio è stata avanzata da Paolo Viappiani, figlio di Paolina Viappiani di Bibbiano. La giovane fu prelevata dai garibaldini e assassinata a Cernaieto quando Paolo aveva solo due anni. La sua unica colpa era di aver dato un figlio, Paolino appunto, a un noto capo partigiano: fu ammazzata dai compagni del padre di suo figlio, e possiamo solo immaginare con quanta angoscia e fra quante sofferenze mamma Paolina andò incontro alla morte.
Su questa vicenda è calato il silenzio per più di 60 anni sino a quando nel 2007 Paolo Viappiani, ormai pensionato, ha trovato la forza interiore di parlare del suo dramma dopo aver pregato davanti alla grande croce di Cernaieto.
Forse la Presidente dell’Assemblea Legislativa è in tutt’altre faccende affaccendata e queste cose non vuole conoscerle.

(Fabio Filippi, Candidato Sindaco di Reggio Emilia)

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