Nessun rilievo penale nelle occupazioni delle scuole avvenute a Bologna il mese scorso contro la riforma del ministro Mariastella Gelmini. Il pm Luigi Persico ha quindi deciso di archiviare le 15 denunce presentate dall’onorevole del Pdl, Fabio Garagnani, su altrettante occupazioni.
A spingere il magistrato a tale decisione sono state anche le disposizioni dell’Ufficio scolastico regionale sull’autonomia degli istituti scolastici e sulla competenza autorizzativa dei dirigenti e i principi enunciati dal gip Gabriella Castore in un suo decreto con cui ha archiviato un’occupazione avvenuta alle scuole elementari XXI Aprile.
Ricevute le denunce del parlamentare, la Procura aveva chiesto alla Digos di raccogliere nominativi, circostanze e ogni informazione utile per ricostruire le manifestazioni poste in essere dagli studenti anti-Gelmini negli istituti superiori bolognesi.
Erano così arrivate ai dirigenti scolastici richieste di informazioni sui nominativi dei membri dei Consigli d’Istituto, l’elenco delle riunioni, le date e gli orari delle iniziative di discussione e protesta contro le politiche di tagli alla scuola, gli estremi delle delibere dei Consigli d’Istituto di autorizzazione delle manifestazioni, l’indicazione dei partecipanti (alunni, docenti e genitori), i danni alle strutture e pure l’esposizione di striscioni. La Digos ha fatto i suoi accertamenti e sulla base del suo rapporto il magistrato ha archiviato i fascicoli aperti dopo le denunce. La polizia ha comunque segnalato un episodio avvenuto fuori da una scuola in cui due studenti, identificati e indagati, avevano impedito ad altri studenti di entrare a scuola. In questo caso e’ stato aperto un fascicolo in cui viene ipotizzato il reato di violenza privata.
Per la manifestazione accaduta il 22 ottobre scorso a Budrio, in provincia di Bologna, invece, il pm Persico ha chiesto al gip l’archiviazione del procedimento per interruzione di pubblico servizio a carico di quattro studenti maggiorenni.
Quel giorno intervenne un assessore comunale per svolgere opera di persuasione e le due vice presidi accolsero la richiesta di alcuni studenti di non chiamare i carabinieri per bloccare la manifestazione contro la riforma della scuola.
Così quel giorno una parte degli studenti manifestò e il resto decise se partecipare alle lezioni tenute in palestra o tornare a casa.