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Un italiano ai vertici del Cern: è il fisico Sergio Bertolucci

Nominato un italiano ai vertici del Cern di Ginevra. E’ Sergio Bertolucci, membro della giunta dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, che è stato nominato all’unanimità direttore della Ricerca (Director of Research and Computing) del laboratorio europeo di Ginevra dove è in funzione il mega acceleratore di particelle Lhc.

La decisione è stata presa dal Council del Cern nella sua riunione di ieri sera a Ginevra. Con il suo nuovo, prestigioso incarico, Bertolucci entra a far parte del ristretto Direttorato del Cern composto dal direttore generale e da tre direttori: il direttore della ricerca, il direttore per gli acceleratori e la tecnologia e il direttore per l’amministrazione e le infrastrutture generali.
Bertolucci, 58 anni, nato a La Spezia, è stato vice presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e direttore del Laboratorio Nazionale di Frascati dell’Infn. Ha già avuto, inoltre, incarichi di responsabilità al Cern, in centri di ricerca internazionali e in panel europei.

“La mia nomina al Cern è un riconoscimento alla scienza italiana più che alla mia persona”.
Raggiunto telefonicamente dall’Adnkronos, il fisico italiano commenta così la sua nomina ai vertici del Cern. “Arrivo al Direttorato ricerca del Cern – sottolinea Bertolucci – in un momento cruciale per la scienza internazionale. Tante e tanto importanti sono le risposte che ora ci aspettiamo, all’indomani della sua partenza il 10 settembre scorso, dal mega acceleratore di particelle Lhc (Large Hadron Collider). Essere ora al Cern, al Direttorato Ricerca, in questo contesto, è importante per il sistema scientifico italiano, per l’Italia, che ha un ruolo chiave con i suoi scienziati in Lhc”.

Bertolucci, che guiderà direttamente 800-1.000 ‘cervelli’, più le centinaia di scienziati impegnati nei diversi programmi scientifici del Cern l’European Organization for Nuclear Research, sottolinea di non sentirsi “un emigrante che va all’estero”.

“Mi sento, in realtà, come uno che va a lavorare a casa propria. Il Cern, infatti, è di tutti i Paesi europei membri che sono circa 20, quindi è anche dell’Italia”. E per il fisico italiano non è la prima volta al Cern. Bertolucci ha infatti già svolto incarichi di responsabilità al centro di ricerche ginevrino ma, sottolinea, “allora era come gestire un appartamento, oggi c’è da gestire un condominio. Sento la responsabilità dell’incarico affidatomi”. Un incarico che non manca anche di risvolti diplomatici.

“Al Cern – dice – lavorano scienziati di decine di Paesi, provenienti anche da Israele, Usa e Russia”.
“Cercherò – continua – di armonizzare al meglio queste competenze, di avvicinare fra loro statunitensi e russi. La scienza è davvero un luogo senza confini”. Ed anche tanti giovani cervelli saranno al lavoro con il fisico italiano.

“Sì, – dice lo scienziato – sono molti i giovani ricercatori che vengono a fare formazione al Cern e moltissimi sono italiani. Sono un patrimonio di conoscenza che il nostro Paese deve tenere ben stretto”. Ricerca, ma non solo. Bertolucci andrà a guidare anche tutta la parte relativa al sistema Grid messo a punto dagli scienziati del Cern, il sitema che mette in rete tutti i computer di calcolo del mondo per studiare le migliaia e migliaia di dati e informazioni che usciranno dagli esperimenti di Lhc.

Anche le informazioni sui famigerati buchi neri che hanno fatto paura alla partenza del mega acceleratore. “Non ho, ovviamente, nessuna paura dei possibili mini-buchi neri, che tra l’altro evaporano subito. Anzi – conclude Bertolucci – spero proprio che ne riusciremo a fare. Sarebbe una scoperta epocale. Altro che distruggere la Terra. Se li riuscissimo a riprodurre, ci direbbero che viviamo in dimensioni ben più numerose di quelle che noi riusciamo oggi a comprendere”.

Fonte: Adnkronos

















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