L’indagine effettuata dal Centro Studi Turistici per conto di Assoturismo-Confesercenti Emilia Romagna su un campione di 445 operatori del settore turistico regionale relativa all’andamento della stagione turistica 2008 nel trimestre giugno-agosto, emerge il quadro di una stagione difficile ma che nel complesso ha tenuto le posizioni, soprattutto se confrontato con i dati meno favorevoli delle altre destinazioni italiane.
Nella percezione degli operatori interpellati, dal primo consuntivo della stagione 2008 emerge una flessione del movimento dei turisti stimata al -1,4%, rispetto allo stesso periodo del 2007.
Lo scenario che si delinea è quello di una stagione cominciata male a causa delle avverse condizioni climatiche di inizio giugno, ma che ha fatto registrare risultati più favorevoli nei mesi di luglio e agosto.
A spingere al ribasso i dati è stata sicuramente la difficile situazione economica e la conseguente contrazione della capacità di spesa dei turisti, e parallelamente ciò ha significato anche un aumento dei costi da parte degli operatori e quindi una tendenziale contrazione della redditività aziendale.
A causa della minore disponibilità economica (ma anche di un più profondo cambiamento dello stile della vacanza) nella stagione estiva 2008 si è accentuato il fenomeno, già presente da alcuni anni, del pendolarismo e una impennata della domanda nei week end (con tutti i problemi d’impatto che ciò comporta) e vuoti (anche significativi) durante il periodo infrasettimanale.
L’offerta turistica, abituata in generale a ragionare in termini di alta e bassa stagione, di fronte all’accentuazione del fenomeno continua a registrare difficoltà che inevitabilmente si ripercuotono sui bilanci aziendali.
In base alla percezione degli intervistati, il movimento del fine settimana ha raggiunto un peso ragguardevole, stimato a circa il 38% dei flussi di tutto il trimestre. Questo segmento di domanda raggiunge l’incidenza più elevata negli stabilimenti balneari (circa il 69%) e nei pubblici esercizi (50%). Meno rilevante, ma comunque significativo, l’importanza del fenomeno nelle strutture ricettive (33%). Ovviamente il fenomeno del picco di domanda da fine settimana ha interessato maggiormente la Costa adriatica (42%).
La tendenziale riduzione della permanenza media dei turisti è segnalata anche dai valori degli indici di utilizzo della capacità ricettiva, alberghiera e non, (misurati in termini di occupazione delle camere) si sono attestati sul 66% nell’intero trimestre.
Disaggregando i dati risulta che gli operatori delle località termali lamentano un calo del 2% dei flussi turistici, quelli dell’Appennino del -1,9% mentre per le città d’arte e affari il calo dovrebbe assestarsi sul -1,7%; gli operatori della costa indicano una flessione intorno all’1% soprattutto a causa della flessione della domanda straniera (-1,2%).
Analizzando i risultati per tipologia, gli imprenditori della ricettività segnalano una lieve contrazione complessiva dei flussi dell’1,6% (dovuta soprattutto alle strutture ad 1 e 2 stelle mentre sono sostanzialmente stabili gli alberghi da 3 a 5 stelle); stabilimenti balneari e pubblici esercizi segnalano inoltre una sostanziale stabilità della clientela (-0,5%).
Secondo l’opinione degli operatori nel periodo giugno-agosto 2008 c’è stato un minore arrivo di turisti stranieri, in particolare tedeschi e statunitensi, mentre i flussi turistici in aumento risultano essere quelli provenienti dalla Russia e dai Paesi dell’Est,seguiti da Francesi e Scandinavi.
Infine per quanto riguarda il settore delle agenzie di viaggio il preconsuntivo della stagione stima una flessione delle richieste dell’1% sia per le destinazioni nazionali che per le mete Estere. Fra queste ultime le preferenze sono state soprattutto per le località della Spagna, della Grecia, i Caraibi l’Egitto e la Tunisia. Anche in questo caso gli operatori segnalano una minore propensione di spesa della clientela.
«Come emerge dalla nostra indagine – dichiara Claudio Della Pasqua, presidente regionale di Asshotel-Confesercenti – non ci sono state le temute perdite che si prevedevano ad inizio stagione, c’è tuttavia un elemento negativo da segnalare, quello della redditività aziendale.Tutto è aumentato tranne le tariffe alberghiere e il divario tra costi e ricavi dunque è sempre più compresso. Occorre, inoltre – aggiunge Della Pasqua – consentire agli imprenditori maggiore flessibilità degli strumenti per gestire al meglio la stagionalità del nostro turismo e il cambiamento in atto della domanda».
«Ancora una volta la straordinaria tenacia dei nostri operatori turistici ha consentito di far fronte ad una stagione difficile – sostiene Stefano Bollettinari, Segretario Confesercenti Emilia-Romagna – ma è indubbio che per affrontare il futuro occorre una maggiore competitività di alcuni fattori strategici del sistema territoriale, come le infrastrutture e i trasporti, e una strategia turistica nazionale più efficace».