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Dialoghi con i più grandi poeti italiani viventi: anche questo è Poesia festival

Hanno in comune una vita spesa nel nome della poesia e la scelta di farlo “sottovoce”, in maniera defilata, anteponendo al successo personale il culto schivo e raccolto di quest’arte.
Luciano Erba, Tiziano Rossi, Alberto Bellocchio, Jolanda Insana hanno lasciato un segno tangibile nella letteratura italiana tanto da essere considerati tra i maggiori poeti italiani viventi.


Poesia festival ’08, dal 25 al 28 settembre, dà la possibilità al pubblico di conoscere i versi di questi maestri dalla loro viva voce. I “Dialoghi con i poeti” si aprono venerdì 26 settembre alle 18.30 a Castelnuovo Rangone, e si chiudono domenica 28 settembre a Vignola.

Ma chi sono questi grandi autori?
Alberto Bellocchio (Piacenza, 1936), è definito il “sindacalista poeta”.
E’ fratello del regista cinematografico Marco e per oltre 25 anni è stato dirigente sindacale prima della FIOM e poi della CGIL. Successivamente ha operato in strutture consulenziali e di progettazione sulle problematiche dello sviluppo, della formazione e del lavoro. A partire dagli anni ’90 si è dedicato all’attività di poeta e narratore in versi. Le sue raccolte di poesie più recenti sono: Che dio salvi il mestiere! (2005) e Il romanzo di Aldo (2007). Le storie di Bellocchio sono sempre profondamente intrecciate alla storia del paese e si muovono nel più ampio contesto dei rapporti sociali. Il suo registro è quello del narratore in versi liberi, campo – poco praticato in Italia – in cui prosa e poesia si contaminano e si vivificano reciprocamente. Alberto Bellocchio vive a Milano.
Tiziano Rossi, è nato nel 1935 a Milano, dove risiede e dove si è laureato in letteratura italiana presso l’Università Statale. Ha lavorato nell’editoria (F. Vallardi, Feltrinelli, Garzanti) e vi lavora tuttora (Elemond-Einaudi Scuola). Ha collaborato a L’Unità, a Rinascita e a varie riviste letterarie. Nella sua poesia, apparentemente prosaica, racconta in modo disincantato le vicende del quotidiano e tratteggia umili personaggi metropolitani. Le sue opere affrontano anche temi universali, come il succedersi delle generazioni e i ricordi d’infanzia. Da La talpa imperfetta (1968) a Il movimento dell’adagio (1993), l’autore è andato delineando – con toni elegiaci e ironici – una sorta di epica della precarietà, del nascosto eroismo quotidiano.
Luciano Erba è nato a Milano nel 1922 e qui, ad eccezione di alcuni soggiorni all’estero -Svizzera, Francia, Inghilterra, Stati Uniti -, è sempre vissuto. Professore di letteratura francese all’Università Cattolica di Milano e negli Stati Uniti, ha scritto saggi, traduzioni, e una antologia di poesia contemporanea in collaborazione con Piero Chiara (“Quarta generazione” 1954). Come poeta, fu incluso da Luciano Anceschi nell’antologia Linea lombarda (1952). Le sue raccolte di poesia sono caratterizzate da un’aristocratica ironia: da Linea K (1951) fino alla più recente Nella terra di mezzo (2000). L’elemento della poesia di Erba che in genere colpisce più è il suo modo di evocare un senso attraverso l’enumerazione di oggetti, in una sorta di gusto minimale e insieme ironico.
Iolanda Insana (Messina 1937), oltre a essere poetessa è anche traduttrice di poeti greci e latini (Saffo, Alceo, Anacreonte, Lucrezio, Marziale). La sua è una poesia di intensa ricerca sui sentimenti, dai toni aspri, talvolta furenti, ma sempre eleganti e senza sbavature; la ricerca lessicale, volgendosi nella direzione del parlato e del dialetto siciliano di oggi, mescola lingue antiche e moderne. La sua ultima raccolta è La stortura, del 2002.

















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