In queste settimane ha fatto un passo in avanti il “Cantiere del nuovo welfare cittadino”, vale a dire la riforma dei servizi sociali. Finora
erano state assunte decisioni, importanti dal punto di vista istituzionale, organizzativo e normativo, ma poco visibili al cittadino: la riforma delle IPAB e la costituzione di tre Aziende di servizi alla persona, la
trasformazione del Comitato di Distretto in cabina di regia delle politiche sociali, l’istituzione di un Ufficio di Piano, per coordinare la
programmazione dei servizi, la delega ai Quartieri delle funzioni in materia di servizi alla persona e, nel mese di agosto l’approvazione di un
innovativo Regolamento dei servizi sociali.
Ora, invece, si cominciano a trasferire operatori sociali, uffici, arredi, attrezzature, documenti. Nel pieno del mese di agosto è stato ricostituito
nella sede unica degli uffici comunali, in Piazza Liber Paradisus, il nuovo Settore Coordinamento Sociale e Salute, che non avrà più compiti prevalentemente gestionali, ma garantirà al Comune un presidio sulla
programmazione, sul monitoraggio e sul coordinamento del sistema sociosanitario, sempre più complesso che, oltre ai servizi Comunali, vede l’iniziativa del terzo settore, del privato sociale, l’AUSL, degli Ospedali, delle ASP, del carcere, di HERA per i cimiteri, del carcere, del centro giustizia minorile, ecc.
Entro il 4 settembre sarà invece trasferito ai Quartieri il gruppo più numeroso di operatori, più di 100. Queste nuove risorse professionali,
consentiranno di attivare, entro il primo di ottobre, in ogni Quartiere gli sportelli sociali (con compiti di informazione e orientamento ai servizi) e i servizi sociali territoriali. Il Comune vuole portare i servizi sociali il più vicino possibile ai cittadini, promuovere la coesione sociale con servizi di comunità, semplificare il rapporto con gli utenti, che fino ad ora erano costretti a rivolgeresi a sportelli diversi a seconda dell’età e del tipo di bisogno.
In futuro nessuno andrà in Quartiere per sentirsi dire che il Quartiere non è competente per quel tipo di bisogno.
Nelle settimane successive saranno anche potenziate le ASP, Aziende che avranno il compito di produrre i servizi sociali di cui i Quartieri hanno bisogno.
Una riforma di così rilevante portata non può essere messa a punto in pochi giorni. L’avvio del decentramento è stata preparato da mesi e il 29 luglio la Giunta ha dato il suo via libera. Nei successivi due mesi si realizzeranno le azioni più impegnative dal punto di vista della logistica,
della riorganizzazione, dello spostamento delle risorse verso i Quartieri.
Contemporaneamente saranno avviati percorsi di formazione e riconversione del personale, puntualizzazione delle procedure, introduzione di strumenti per il controllo della qualità. La messa a regime del nuovo modello di intervento sociale presumibilmente richiederà 24 mesi, senza creare nessun vuoto nella fornitura dei servizi.
E’ una riforma non più rinviabile, se si vuole mantenere alto il livello di risposta alle esigenze dei cittadini bolognesi, in una situazione in rapida evoluzione, sia dal punto di vista demografico che economico – sociale e culturale. Non si sta puntando ad una riorganizzazione che “tagli” risorse, ma a impiegare in maniera più efficace il lavoro degli
operatori, le strutture e le disponibilità finanziarie. Sopratutto si vuole dare alla città un servizio sociale che metta insieme le possibilità operative del Comune con quelle degli altri enti, del terzo settore e del privato sociale, per dare al cittadino un servizio moderno, meno assistenziale, ma che riconosca alle persone e alle famiglie il diritto a ricevere un aiuto per superare i momenti di difficoltà.
Questa fondamentale riforma è stata concertata e condivisa con le rappresentanze sindacali di CGIL-CISL e UIL, attraverso un confronto costruttivo e approfondito; un momento alto di relazione e disponibilità
reciproca che testimonia quanto siano a volte approssimative le generalizzazioni sulla produttività del pubblico impiego.
L’Amministrazione Comunale è pertanto disponibile a continuare il confronto con lo stesso
spirito, anche per confrontarsi su eventuali problematiche che si dovessero presentare.