«L’improvviso e imprevisto trasferimento da Modena del dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale a pochi giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico e senza neppure informare, com’era consuetudine, il sistema delle autonomie locali, rischia di creare ulteriori difficoltà al mondo della scuola, già provato da incertezze, tagli, ricambio di docenti». Su questa valutazione concordano l’assessore all’Istruzione della Provincia, Silvia Facchini, e del Comune di Modena Adriana Querzè.
«La discontinuità – fanno notare i due assessori – non è un’alleata della scuola, sia per quanto riguarda i docenti sia i vertici dell’amministrazione. Risulta soprattutto dannosa se inaspettatamente, e dopo soltanto un anno e mezzo, interrompe un percorso di lavoro che avrebbe dovuto avere una durata triennale. Rapporti proficui e duraturi tra amministrazione scolastica ed enti locali oggi risultano assolutamente indispensabili per garantire funzionalità alle scuole e consentire loro di svolgere il compito ad esse costituzionalmente assegnato: quello di operare per contrastare le disuguaglianze sociali».
L’auspicio è che «lo stile di lavoro cooperativo che nella nostra provincia si è rivelato in grado di produrre risultati interessanti – aggiungono i due assessori – e che ha fin qui caratterizzato i rapporti tra amministrazione scolastica ed enti locali possa proseguire, nel rispetto dei ruoli e delle reciproche competenze, a vantaggio degli studenti modenesi».
«La bontà del lavoro svolto dal dottor Mori e da chi lo ha preceduto – ricordano gli assessori Facchini e Querzè – è comunque un buon viatico per il nuovo dirigente scolastico provinciale, al quale porgiamo un sentito augurio di buon lavoro». Se sarà, come anticipato dalla stampa, il professor Gino Malaguti, attuale preside dell’Istituto tecnico industriale “Corni”, «la sua profonda conoscenza del sistema scolastico locale e la lunga consuetudine di rapporti con le istituzioni locali – concludono i due assessori – fanno ben sperare in una continuità che consenta di affrontare congiuntamente le problematiche – dall’edilizia scolastica all’integrazione degli stranieri, dalla formazione dei docenti alle dotazioni di personale, dal tempo pieno alla generalizzazione della scuola dell’infanzia – che si profilano nel futuro della scuola modenese».