Il Consiglio comunale di Modena ha dato il via libera, prima della pausa estiva, alla proroga degli accordi territoriale e provinciale per l’integrazione degli alunni disabili e in situazione di handicap, con due delibere presentate in aula dall’assessore all’Istruzione Adriana Querzè. Gli accordi, che sanciscono la programmazione coordinata dei servizi scolastici, sanitari, sociali e socio-assistenziali tra Enti locali e Aziende sanitarie per favorire l’integrazione dei ragazzi disabili, resteranno così in vigore rispettivamente fino 21 settembre 2009 e fino al 24 ottobre 2010.
A favore delle due delibere hanno votato la maggioranza, la Lega, Modena a colori e Udc, astenuti An-Pdl e Fi-Pdl.
Nel dibattito, Baldo Flori di Modena a colori ha espresso un giudizio positivo, sottolineando: “uno degli aspetti che ha sempre pesato sul funzionamento dell’accordo è stato non tanto la collaborazione tra scuole, Ausl e Comune, ma il fatto che le scuole si trovano spesso ad affrontare problematiche sulle quali non hanno sufficienti competenze specialistiche. Diverse patologie, come è emerso anche in altri dibattiti, a Modena sono in aumento, in particolare quelle di neuropsichiatria infantile”.
Achille Caropreso (Pd) ha aggiunto: “i dati di neuropsichiatria infantile sono infatti non rasserenanti. Sarebbe opportuno non dico smentirli, ma diminuirli nella loro gravità. Inoltre destano preoccupazioni le disparità di servizi tra le diverse regioni d’Italia”.
Giorgio Prampolini (Sd) ha sottolineato: “il nostro è un approccio nuovo, caratterizzato dall’accompagnamento e dalla presa in cura della persona, con un welfare nuovo che sia più efficace ed efficiente. Il nostro è un modello che mette al centro il cittadino e che dà anche ai ragazzi disabili la possibilità di accedere ai livelli scolastici anche più impegnativi”.
L’assessore ha replicato: “in alcune situazioni il numero di incontri tra gli insegnanti e la neuropsichiatria è stato ridotto, con disponibilità a intervenire in casi particolari, ma con una razionalizzazione che sicuramente non ha aiutato la scuola. Il nostro modello sta in piedi se ciascuno fa la sua parte. Per quanto riguarda le patologie non credo sia questo lo strumento per analizzarle. Servirà un approfondimento con l’Asl, il fenomeno effettivamente è in aumento. Condivido le preoccupazioni di Caropreso perché esistono luoghi in cui questi accordi non funzionano, serve la compartecipazione anche economica di diversi soggetti al problema. L’accordo distrettuale ha dei costi molto elevati”.