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A Barigazzo la XXIV edizione della Festa dei Lamponi

Da lunedì 11 e fino a venerdì 15 agosto, ogni sera, presso La Sorgente di Barigazzo, l’associazione Hewo Modena organizza la Festa dei Lamponi, giunta alla XXIV edizione, con l’obiettivo di aiutare le comunità Hewo dell’Etiopia e dell’Eritrea.

E’ una festa speciale, tutta svolta nel nome dell’autenticità, a cominciare dal menù che riscopre e valorizza le tradizioni gastronomiche dell’Appennino Modenese: tigelle, gnocco, borlenghi, ciacci e polenta stesa sul tagliere, serviti da un esercito di giovanissimi volontari, che sentono questo impegno come irrinunciabile nella loro vacanza.
E’ l’occasione, per tutti coloro che seguono e sostengono le attività dell’Hewo, di incontrarsi e aggiornarsi sui progetti in corso, sapere da chi è sceso in Africa, le ultime novità. E’ il modo di essere comunità dell’Hewo, che destina tutto il ricavato per la cura e la riaffermazione della dignità umana degli ammalati di aids, lebbra, tbc, per l’educazione di bambini e ragazzi delle fasce sociali deboli, per realizzare programmi socio-riabilitativi che impegnano giovani, adulti e famiglie perché ciascuno recuperi l’integrità della persona che ha diritto ad una esistenza sana e dignitosa.
Negli ultimi anni l’impegno di Hewo era stato destinato alla costruzione di un ospedale di Quihà, concluso il quale ora si ritorna alla lotta fondamentale: gli aiuti alimentari e l’impegno affinché gli stessi ammalati e le loro comunità acquisiscano gli strumenti e le conoscenze per garantirsi la sopravvivenza. Perchè anche le cure dell’ospedale diventano inutili se cura bambini vittime della denutrizione.
Con questa visione è stato recentemente realizzato un sistema di conservazione di frutta e verdura, grazie all’invio di migliaia di vasi di vetro e il soggiorni di alcuni volontari a Quihà per avviare il laboratorio dove lavorare e conservare i prodotti agricoli, oltre a riciclare i contenitori. Si aggiunge al centro agricolo produttivo, al panificio, al pastificio, al laboratorio di maglieria, alle scuole di ceramica, di falegnameria, di sartoria, l’allevamento di galline. Soltanto nella comunità di Quihà è necessario sfamare ogni giorno 400 persone e perciò l’autosufficienza alimentare è condizione essenziale. Hewo sta studiando come conservare e utilizzare i fichi d’india, ricchi di zucchero, il cui raccolto potrebbe essere fonte di reddito per chi vi lavora, così come si studiano piccole piantagioni di papaja e di arance.
La prima fase è rendere possibile la coltivazione e la conservazione dei prodotti alimentari insegnando tecnologie e impiantando strumenti fondamentali e di facile utilizzo, la seconda fase sarà trasformare questa attività in “impresa” capace di creare un piccolo reddito per gli abitanti della comunità.
All’Hewo li chiamano “microprogetti”, ma risultano sostanziali per un primo passo verso l’autonomia, tanto che il Ministro alla Sanità dl Tigrai vorrebbe diffondere queste tecniche di coltivazione e conservazione anche ad altre comunità.
Oltre a Quihà, in Etiopia, Hewo ha una comunità a Garbò; lì dove non c’era niente, oggi funziona un ambulatorio attivo 24 ore su 24 con due infermieri locali, scuola materna ed elementare con due maestre locali che assicura anche un pasto quotidiano. Annessa a questa costruzione in muratura esiste un vasto un campo di agricoltura fornito di pozzo, pompa, centralina elettrica a gasolio (che fornisce energia elettrica a tutto il villaggio). Da questo campo sperimentale si ricava parte del sostentamento alimentare dei bambini e del personale a loro addetto
La ricerca dell’autonomia della comunità di Asmara, in Eritrea, con scuole di oltre 400 alunni, assistenza sanitaria, ha invece intrapreso la strada che consente anche un percorso formativo ai giovani: scuola di ceramica, scuola di falegnameria, scuola taglio e cucito ispirato all’artigianato locale, agricoltura.

La serata alla Festa dei Lamponi, iniziata con la gastronomia locale e continuata viaggiando in Africa con gli amici dell’Hewo, può concludersi con un gelato ai frutti di bosco, uscendo a mirare le stelle dei giorni di San Lorenzo, quella stelle che in pianura l’illuminazione preclude, oppure a visitare l’esposizione di prodotti naturali della Sorgente.
















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