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Corrado Scalabrini sulla vicenda Riccò

Sono molto dispiaciuto ed addolorato per la vicenda Riccò. Vedo che i tanti che fino a ieri lo cercavano e lo volevano oggi lo buttano senza problemi nella polvere. E’ un po’ la parabola del giovane ricco, che è benvoluto da tutti fino a che non spreca tutte le ricchezze che il padre gli ha dato.

Ciò che addolora di più di questa vicenda è proprio il lato umano ed è al lato umano che dobbiamo richiamarci.
L’uomo va difeso sempre e comunque e allora anche per esorcizzare vicende come quella di atleti come Marco Pantani, di ragazzi straordinari ma fragili che sono poi i nostri figli che a quei campioni si ispirano, dico a chi esercita il potere di essere più cauti, perché la politica deve anche avere una funzione educativa e non essere solo strumento per la ricerca di una propria interessata visibilità.
La spettacolarizzazione del successo a tutti i costi, della logica meglio un giorno da leone che cento da pecora, dell’esaltazione del risultato al posto del coraggio della partecipazione e della presenza, fa parte dello stesso sistema che prima osanna i propri idoli e li incita a pervenire al successo a qualsiasi costo e poi, non appena non conviene più, li scarica e li dimentica in fretta.
E’ questo sistema il vero colpevole e sono tanto più colpevoli tutti coloro che non hanno a cuore concetti come la vera sportività o la sana competizione ma sono amici interessati solo della notorietà.
Lancio una provocazione: i nostri amministratori saranno in grado per il futuro di declinare in concreto concetti come lo sport condiviso ovvero le scelte saranno ancora quelle di mettere risorse per cavalcare notorietà e successo lasciando con le tasche vuote coloro che (parrocchie, associazioni, società sportive, …) supportano, senza chiedere nulla, le famiglie nella responsabilità educativa dei nostri giovani?

(Corrado Scalabrini)

















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