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Giovedì convegno delle Associazioni di volontariato del Distretto

Le Associazioni di Volontariato del Distretto ceramico con il patrocinio del Comune di Maranello ha organizzato un convegno sul tema “Dopo di noi”, per le famiglie che vivono il dramma dell’handicap e si preoccupano del futuro dei figli disabili quando i genitori non ci saranno più.

Si svolge a “La Grangia” Bottega Artigiana in Via Cappella 117 a Gorzano di Maranello, giovedì 19 giugno alle ore 21, con relatore il dott. Giovanni Gelmuzzi, direttore dell’associazione Oltre Noi… la Vita” di Milano, costituita nel 1992 dalle Fondazioni “Don Carlo Gnocchi” e “Istituto Sacra Famiglia”, dalle associazioni Aias e Anffas con l’intento di unire gli sforzi e fare convergere le loro esperienze a favore dei disabili e delle loro famiglie nella previsione del “dopo di noi”. Svolge attività quotidiana fornendo assistenza alle persone incapaci di gestire autonomamente la loro vita attraverso il servizio di segretariato. Con specifici corsi ha reperito e preparato oltre 200 tutori, familiari o volontari, ai quali il Tribunale ha affidato la tutela di disabili.

Organizza gruppi di self-help (auto/mutuo-aiuto) frequentati da genitori e da disabili fisici, per la condivisione e la elaborazione di bisogni comuni.
Come scrive il dott. Gelmuzzi: “La deistituzionalizzazione conquistata dai genitori con le loro appassionate battaglie negli anni settanta, ha avuto il grande merito di far sorgere una rete di servizi sul territorio e di consentire anche a disabili gravi di permanere nell’ambito famigliare per godere una qualità di vita prima impensabile, fatta di relazioni affettive ricche ed autentiche, di risposte a bisogni primari, sociali e riabilitativi, di soddisfazione di ciò che passa sotto la voce bisogni, ma anche sotto la voce desideri e preferenze, perché solo una mamma e un papà possono coglierli e soddisfarli. Ma si dimentica che tutto ciò funziona se c’è la famiglia: un servizio che offre tutela e che presiede a ogni scelta determinante per la qualità di vita di chi è incapace di scegliere e di autorappresentarsi. Allora il dopo di noi non deve essere una angoscia per un problema al quale si ritiene di non poter porre rimedio, ma deve essere solo uno dei problemi che si affronta come si affrontano gli altri problemi con una soluzione normale. Ancora una volta si affida alla famiglia il ruolo, che le è proprio, di favorire l’adultità del figlio anche con grave disabilità. Questa adultità si persegue aiutando il genitore a farsi progettista di questo percorso nel quale dovranno essere favorite le potenzialità di vita autonoma, da sperimentare nel “durante noi”, come migliore preparazione al “dopo di noi”. Anche come antidoto alla angoscia del “dopo di noi”.
















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