Regione Emilia-Romagna e Università di Bologna insieme per elevare la sicurezza del territorio emiliano-romagnolo e dei suoi cittadini. E’ questo l’obiettivo del Protocollo d’intesa firmato oggi a Bologna dal presidente della Regione Vasco Errani e dal rettore dell’Università degli studi di Bologna Pier Ugo Calzolari.
L’accordo, che rinnova una precedente intesa del 1999, metterà a disposizione dell’Agenzia regionale di protezione civile il contributo
scientifico dell’Ateneo bolognese e dei suoi Dipartimenti per attività di studio, analisi, previsione del rischio, ma anche per la gestione delle emergenze e la formazione del personale.
“Dal 2000 a oggi – ha sottolineato il presidente della Regione Vasco Errani – questa Regione ha fatto un salto di qualità importante nel campo
della protezione civile, anche grazie alla collaborazione con l’Università di Bologna e le sue strutture scientifiche. Intendiamo rafforzare sempre di più questo rapporto nell’affrontare le situazioni di emergenza, ma soprattutto nel prevenirle, investendo sulla messa in sicurezza strutturale del nostro territorio.” Come esempio tra i tanti di questa collaborazione Errani ha ricordato tra l’altro il progetto Aripar per la prevenzione del rischio industriale, messo a punto in collaborazione con l’Ateneo bolognese dopo l’incidente della nave Mecnavi nel porto di Ravenna, che portò alla morte di 13 operai e che è
stato assunto dall’Unione europea per la valutazione del rischio industriale nei paesi dell’Est europeo.
“In questo accordo è possibile vedere un esempio di quella che è, dopo la ricerca e la formazione, la terza missione dell’Università, ovvero il
trasferimento di conoscenza – ha detto il rettore dell’Ateneo bolognese Pier Ugo Calzolari. Oggi dunque – ha continuato – una grande Università mette a disposizione dei nostri Amministratori locali, la sua conoscenza per finalità di alto interesse sociale, per la crescita qualitativa, operativa e professionale del sistema di protezione civile regionale, secondo un modello ormai collaudato che prevede il collegamento tra i diversi livelli decisionali: tecnico-istituzionale,
politico e scientifico”.
Il protocollo avrà durata quinquennale e si tradurrà in una serie di convenzioni triennali, con piani operativi annuali, che saranno
stipulate dall’Agenzia regionale di protezione civile e dai singoli Dipartimenti universitari. Tra i progetti in corso quelli sulla valutazione del rischio industriale in collaborazione con il
Dipartimento di Ingegneria chimica, mineraria e ambientale (DICMA); sul rischio idraulico e sul rischio sismico insieme al Dipartimento di
Ingegneria delle strutture, dei trasporti, delle acque, del rilevamento del territorio (DISTART); sul rischio idrogeologico con il Dipartimento
di scienze della terra e geologico- ambientali. Con il Dipartimento di scienze giuridiche è in corso un lavoro sui profili di responsabilità di chi opera nella gestione delle emergenze di protezione civile, mentre con il Dipartimento di scienze della comunicazione si sta lavorando sulla
comunicazione del rischio alla popolazione.
GLI INTERVENTI DELLA REGIONE PER LA MESSA IN SICUREZZA DEL PO
La firma dell’accordo è stata anche l’occasione per far il punto sugli interventi per la messa in sicurezza del territorio emiliano-romagnolo,
per i quali la Regione ha investito dal 2000 a oggi circa 700 milioni di euro.
L’assessore regionale alla protezione civile Marioluigi Bruschini ha in particolare ricordato le azioni principali realizzate in questi 8 anni sul
fiume Po. “Per quanto era nelle nostre possibilità i livelli di sicurezza dal 2000 a oggi sono decisamente aumentati, anche se è evidente che la sicurezza assoluta non può esistere – ha sottolineato l’Assessore, che ha ricordato in particolare l”innalzamento e il consolidamento degli argini del fiume che è stato realizzato in
diversi tratti. Tra gli interventi di consolidamento più significativi Bruschini ha ricordato in particolare l’importante intervento di
diaframmatura verticale per pervenire i pericolosi fontanazzi realizzato nella zona della sacca di Colorno, nel parmense. Numerose anche le casse di espansione realizzate in corrispondenza degli
affluenti appenninici del fiume, la più recente delle quali è quella a monte di Parma per la messa in sicurezza della città.
All’iniziativa hanno partecipato anche il direttore dell’Agenzia regionale di protezione civile Demetrio Egidi, il prorettore vicario dell’Università bolognese Luigi Busetto, il prorettore per le relazioni internazionali Roberto Grandi, Francesco Santarelli direttore del Dicma e
Francesco Ubertini direttore del Distart.