Le sale del piano terra del palazzo marchionale, antica residenza dei signori proprietari del castello di Formigine, da oggi ospitano cinque interventi permanenti di David Tremlett.
Il progetto, promosso dal Comune di Formigine, in collaborazione con la Galleria Civica di Modena e la Galleria Studio G7 di Bologna, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, porta ad attuazione l’intento di istituire un dialogo tra il contenitore storico e l’arte contemporanea, dopo i primi interventi di Studio Azzurro, che ha curato l’allestimento museale, e le mostre Binomi (a cura di Nadia Raimondi) e Lo spirito dell’arte. Opere contemporanee dalla collezione Carlo Cattelani (a cura di Angela Vettese).
“Già durante i lavori di restauro – afferma l’Architetto Vincenzo Vandelli – visti i ritrovamenti purtroppo sporadici di decorazioni che attestavano un castello in antico molto colorato e molto dipinto, era stata esaminata e poi proposta l’idea di ricercare, attraverso la contemporaneità e le sue espressioni, forme e immagini che il tempo aveva sbiadito. Abbiamo individuato in Tremlett e nelle sue opere forme che sanno rispettare la storia e i luoghi storici, attribuendo a questi un nuovo valore”.
L’artista inglese, a Formigine dal 20 al 27 maggio 2008, ha realizzato cinque wall drawings, moderni affreschi dalle forme geometriche che si ispirano ai colori e agli spazi dell’antico monumento. La tecnica utilizzata è quella del pastello, i cui pigmenti vengono stesi sulla parete direttamente con le mani o con spugne apposite, per poi essere fissati con spray. Per realizzare l’opera formiginese, Tremlett è stato affiancato da Peter Smith, suo assistente da 25 anni, da Kanako Noda, studentessa all’Accademia di Belle Arti di Bologna e da due giovani formiginesi diplomati all’Istituto d’Arte Venturi: Walter Morselli e Valentina Bimbi.
“Tutte le volte che fisso un pigmento sul muro – afferma David Tremlett – c’è sempre qualcosa di diverso che quel muro trasferisce, in questo senso i muri possono parlare. Nel castello di Formigine ci sono strati provenienti da epoche differenti, anche io, con i miei disegni e i miei colori, ho cercato di ricreare queste texture. Io studio le geometrie, le posizioni, lo schema del progetto – continua l’artista – Poi mi circondo di buoni assistenti per realizzarlo. Ogni sezione rivive della personalità di chi materialmente lo ha eseguito. Quando realizzo mostre per gallerie, la mia opera viene cancellata per lasciare spazio ad altri artisti – conclude – ma non provo tristezza né nostalgia per questo, anzi, considero tali interventi degli esperimenti, parte di un processo che prepara i lavori permanenti come quello di Formigine”.
E’ previsto un testo critico a cura di Angela Vettese, direttrice della Galleria Civica di Modena, e un video di presentazione del progetto.