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Le Coop sociali bolognesi chiedono al Comune un tavolo di confronto

La cooperazione sociale bolognese di AGCI, Confcooperative, Legacoop chiede al Comune di Bologna di aprire un tavolo di confronto, congiuntamente alle organizzazioni sindacali, per individuare insieme (l’ultimo intervento è stato presentato in sede di Istruttoria Pubblica sulle Politiche per il Superamento dell’Handicap del Comune di Bologna) modalità di affidamento di questi servizi che garantiscano da una parte una risposta ai bisogni dell’utenza e dall’altra la garanzia della continuità lavorativa degli educatori.


Gli educatori delle cooperative sociali che operano nelle scuole di Bologna rappresentano una risorsa fondamentale che accompagna e sostiene i minori con disabilità nel loro percorso di integrazione. Oggi sono più di 300 gli educatori che lavorano nei Quartieri della città a favore di più di 500 minori in 132 istituzioni educative e scolastiche dal nido alle superiori.
La maggioranza di loro è in possesso di una laurea in ambito educativo e di molti anni di esperienza, ma vivono condizioni di lavoro caratterizzata da elementi di precarietà.

Oggi un educatore non presta servizio nel caso in cui il minore da lui seguito sia assente da scuola: le cooperative chiedono invece in questi casi l’attivazione dell’intervento educativo a casa del minore (progetti ponte), la possibilità di recuperare i giorni persi in altri momenti dell’anno oppure la possibilità per gli educatori di continuare a prestare servizio a scuola in supporto ad altri alunni con bisogni speciali (educatore di plesso).

Le cooperative sociali hanno operato in questi anni per garantire a questi lavoratori condizioni sempre più stabili attraverso accordi e/o protocolli d’intesa sottoscritti con Comuni ed organizzazioni sindacali finalizzati alla stabilizzazione e al miglioramento delle condizioni di lavoro, di politiche retributive e del servizio ai ragazzi e alle ragazze con disabilità e alle loro famiglie, ma la meta non è ancora stata raggiunta.
















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