“I diritti di cittadinanza si ottengono facendo parte della comunità. E’ importante la dimensione di città come luogo di orientamento comunitario, come comunità educante, che si prende carico, con pratiche di inclusione, anche per i bambini e gli adolescenti. Serve farsi carico, perché i bambini abbiano pieno diritto di cittadinanza e perché tale diritto non sia solo enunciato. Quindi, serve farsi carico anche delle famiglie con difficoltà. Perciò è sempre più necessario mettere a sistema le risorse del territorio (dalle associazioni alle parrocchie) per avere una ‘città che aiuta’. Ma soprattutto è importante mettere bambini e adolescenti nelle condizioni di fare esperienza in prima persona dell’essere parte della comunità. E questo stiamo facendo, a Reggio, anche attraverso esperienze come il BiciBus, i campi gioco, le biblioteche, i gruppi educativi e le ludoteche”.
Lo ha detto oggi il sindaco di Reggio e vicepresidente dell’Anci con delega al Welfare, Graziano Delrio, intervenendo al Centro internazionale Malaguzzi, dove si è tenuto il seminario Ogni diritto ha il suo rovescio – famiglie, bambine, bambini e adolescenti nella complessità dell’oggi, nel corso del quale antropologi, filosofi, giuristi e pedagogisti si sono confrontati sui temi delle responsabilità familiari, capacità genitoriali e diritti di bambini e adolescenti. I lavori sono stati coordinati dagli assessori Gina Pedroni (Diritti di cittadinanza e Pari opportunità) e Iuna Sassi (Scuola, Università e Giovani).
Dunque, il bambino come portatore di diritti e di un’identità specifici, non equiparabile a un adulto, anche se la società tende a ‘tagliare’ tutto sulla dimensione degli adulti. E la famiglia come ‘agenzia’ educante principale e, se in difficoltà, centro di aiuto efficace e solidale. Gli enti locali hanno a loro volta un ruolo decisivo, secondo Delrio: “Hanno la responsabilità primaria nel riconoscimento dei diritti insieme a tutte le altre realtà sociali pubbliche e private che costruiscono il tessuto vivo della società. Senza questa pluralità queste sfide non possono essere vinte. La sfida educativa è la sfida principale, soprattutto oggi, tempo in cui ci troviamo di fronte a un’emergenza educativa dovuta a una generale crisi culturale, familiare s strutturale”.
E’ stato proiettato un video, I diritti dei bambini e dei ragazzi: cosa ne pensano i diretti interessati, a cura di Alessandro Scillitani, una sorta di ‘sondaggio-documentario’ in cui i giovani e i giovanissimi hanno testimoniato la loro condizione, il loro ‘sentirsi detentori di diritti di cittadinanza’.
“Dalle parole dei ragazzi – ha detto l’assessore Pedroni – emerge l’idea che esistano diritti non ancora acquisiti e sui quali gli adulti devono riflettere per far sì che si riescano a costruire risposte adeguate. Anche le Amministrazioni devono, attraverso scelte chiare, far sì che nessun bambino possa pensare che nessuno lo ascolti. Il lavoro educativo ha un ruolo importantissimo, fondamentale. Le riflessioni, raccolte attraverso questionari, rappresentano metaletture e riflessioni da cui si è partiti per organizzare il seminario di oggi, per individuare zone di rilancio non solo per costruire iniziative cittadine, ma anche per offrire nodi di progettualità alla vita politica della città e del distretto in campo educativo e sociale”.
“Questo appuntamento odierno è il primo momento pubblico importante di un lavoro che ha coinvolto realtà significative, che partecipano alla costruzione del Piano sociale di zona e segna l’inizio di una nuova prospettiva di lavoro per costruire iniziative in campo educativo e sociale: partire dall’ascolto delle ragazze e dei ragazzi. Troppo spesso, infatti, le famiglie cercano negli esperti le risposte ai ‘perché’ dei comportamenti dei figli adolescenti. Noi abbiamo invece voluto sentire i diretti interessati”. Dalle testimonianze dei 370 studenti tra gli 11 e 16 anni ai quali è stato chiesto quali sono i diritti fondamentali delle persone, emergono pensieri ed esigenze originali e a volte sorprendenti, che sono anche lo specchio della notevole varietà sociale e di provenienza geografica presente anche nel nostro territorio.
LA RICERCA. Il tavolo tematico ‘Responsabilità familiari, capacità genitoriale e diritti dei bambini e degli adolescenti’ del Distretto di Reggio Emilia, sulla base degli obiettivi del Piano sociale di zona, ha deciso di costruire un percorso di lavoro comune sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, partendo appunto dalla voce diretta dei ragazzi per raccogliere le loro idee sul tema dei diritti. La proposta era finalizzata a individuare un gruppo di bambini e ragazzi con cui condividere riflessioni, idee e immaginari sul tema dei diritti, pensando non tanto ad una rappresentatività su larga scala, o ad una vera e propria indagine scientifica, ma ad un coinvolgimento più ristretto per raccogliere indicazioni e suggestioni.
Tale proposta era nata già nel 2005 per attivare la promozione dei diritti dei bambini e delle responsabilità ad essi connessa attraverso lo sviluppo di una ‘comunità educante’, ovvero una comunità consapevole che sappia sviluppare progettualità.
I quesiti sono stati inseriti nei percorsi progettuali realizzati nelle scuole dalle associazioni Nondasola ed Age, che hanno raccolto le testimonianze di 149 studenti tra gli 11 e i 14 anni, della scuola secondaria di primo grado Don Borghi di Rivalta, ed intercettato appunto 230 ragazzi e ragazze tra i 14 e i 16 anni, in particolare di alcune seconde classi dello Istituto tecnico Scaruffi e del liceo delle Scienze sociali Matilde di Canossa.