“Si, sono io che ho visitato la ragazza diabetica qui nel mio studio: una sola volta, nel dicembre scorso. E sono stato io a consigliare i suoi genitori di rivolgersi ad una ricercatrice, di cui mi aveva parlato un collega che stimo”. Lo ha dichiarato in un’intervista al ‘Quotidiano Nazionale’ Angelo Antonio Fierro, il medico al quale si erano rivolti i genitori della ragazza morta a Firenze per sospensione della terapia insulinica. “Lei pero’, la ricercatrice, non la conosco: non l’ho mai vista”, precisa il medico.
“I genitori erano disperati – continua Fierro – non si rassegnavano al fatto che la figlia dovesse curarsi per sempre, cercavano qualcosa di… risolutivo. Io avevo sentito parlare da un amico e collega che stimo di questa ricercatrice specializzata in biochimica della glicemia. Dissi ai familiari della mia paziente di provare, cosi’, come via alternativa, a contattarla. Pero’ io non mi sono mai permesso nemmeno di parlare di sospensione dell’insulina”.
“L’omeopatia – conclude Fierro – non c’entra nulla in questa vicenda. Ora si fara’ di tutta l’erba un fascio, si punteranno i fari sull’omeopatica, che invece non c’entra nulla. Qui c’erano, e mi dispiace sottolinearlo, ma devo, due genitori che non si arrendevano di fronte al fatto che la figlia dovesse curarsi con l’isulina. Praticamente per tutta la vita”.