E’ visitabile fino al 24 giugno nella saletta esposizioni della biblioteca Panizzi (via Farini) la mostra Le storie cantate. I fogli dei cantastorie della Biblioteca Panizzi che propone un “tuffo” nel passato della tradizione narrativa locale.
In mostra una selezione degli oltre 350 fogli volanti e canzonieri stampati tra il 1934 e il 1941, custoditi tra i fondi di storia locale della Biblioteca Panizzi, esposti al pubblico per la prima volta. L’esposizione documenta la produzione popolare della “Reggiolese”, tipografia di Reggiolo attiva all’inizio del secolo scorso e punto di riferimento e d’incontro dei cantori ambulanti di quegli anni: il reggiano Gaetano Cagliàri (“Gaetano Dareggio”), il forlivese Lorenzo De Antiquis (che a volte firmava i suoi testi “Ridolini”), il modenese Mario “Radames” Biolchini, il bolognese Marino Piazza, il pavese Agostino Callegari, il veneto Dario “Taiadela” Mantovani. Lo stesso Adolfo Confetta scriveva anche testi che illustrava con suoi disegni.
Tra anni Trenta e Quaranta del Novecento, tra le tipografie specializzate nella produzione dei materiali per i cantastorie, come i fogli volanti, i pianeti della fortuna, le “zirudelle”, i canzonieri, la “Reggiolese”, fondata a Reggiolo da Adolfo Confetta nel 1930 e attiva fino ai primi anni ’40, svolse un ruolo particolarmente importante. Confetta ebbe infatti la felice intuizione di iniziare la stampa di fogli volanti di grandi dimensioni. Così lo ricordano i cantastorie: “È stato quello che ha veramente capovolto il sistema di stampa: dai soliti foglietti piccoli ai fogli giganti, insomma un colpo d’occhio per il pubblico meraviglioso. È quello che ha creato il Calendario Canzoniere”.
Erede di un’antichissima tradizione che dai rapsodi greci e dai trovatori medievali è giunta fino ai giorni nostri, il cantastorie è una figura centrale nella cultura popolare. Nelle piazze, nei mercati, nelle sagre, i cantastorie andavano in giro a cantare le loro “storie” per paesi e città, formando il “treppo”, che nel loro gergo significa radunare un gruppo di persone e creare uno spazio come palcoscenico. Cronista, saltimbanco, poeta, musicista, clown, il cantastorie cantava “storie” drammatiche e commoventi, spesso attinte dalla cronaca o dall’attualità, che venivano illustrate nei “fatti”, i fogli volanti che riproducevano il testo della “canzone” e le immagini degli episodi più salienti della storia.
La mostra sarà visitabile negli orari di apertura della Biblioteca. Una sua sintetica presentazione è consultabile sul sito della biblioteca Panizzi. Info: tel. 0522/456055; fax 0522/456081; e-mail.