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A Villa Mazzacorati la scrittrice Milena Magnani presenta il suo ultimo libro

Un omaggio ai rom e a tutti gli artisti nomadi, i funamboli, i saltimbanchi, i musicisti viaggianti che sono scomparsi a Auschwitz, a Mathausen, a Bergen Belsen e in altri campi di concentramento. Per “Cose di questo mondo”, la rassegna sull’ambiente e l’immigrazione organizzata dal Quartiere Savena e dalla Scuola di Pace, venerdì 9 maggio alle ore 21.00 il teatrino settecentesco di Villa Aldrovandi Mazzacorati (via Toscana 19) ospita la lettura-concerto del libro “Il circo capovolto” di Milena Magnani. Ingresso libero.


Insieme all’autrice saranno presenti l’attore Andrea Lupo, che leggerà alcuni brani del romanzo, e il musicista Salvatore Panu per l’accompagnamento alla fisarmonica.

Edito da Feltrinelli, “Il circo capovolto” è un romanzo che passo dopo passo, indizio dopo indizio, dà vita a una vicenda eroica e poetica. Al centro un campo rom periodicamente visitato da operatori sociali e polizia, la violenza che vi circola, ma anche la vivissima cultura, troppo spesso osteggiata e mortificata, di cui le popolazioni nomadi sono depositarie.
Un capo burbero, diffidente e violento spadroneggia sugli abitanti dell’accampamento posto ai confini desolati di una città. Sono in parte nomadi per scelta, in parte profughi delle guerre balcaniche, persone dalle diverse storie e nazionalità, tutte, comunque, vittime dell’isolamento. Tra di loro c’è chi cerca lavoro, chi chiede l’elemosina, chi si arrangia in vari modi e chi, tossicodipendente, commercia in droga per procurarsi la dose. Quando arriva l’ungherese Branko, per lui l’accoglienza è fredda: deve restare ai margini fangosi del campo. Gli si fanno intorno solo i bambini, incuriositi dal suo grosso baule. Vogliono conoscere la sua storia. Ogni sera, fuori dal suo rifugio di lamiere, Branko ne racconta così un pezzo. E’ una storia di circo e di guerra, di acrobati e campi di sterminio, temi gravi che Milena Magnani racconta con leggerezza e fantasia, dando voce a tutte le lingue della differenza.

“Il tema centrale è il porrajmos, l’olocausto rom, ma anche la possibilità di rivendicare una cultura troppo a lungo dimenticata e offesa – dice del suo libro Milena Magnani -. La verità è che si continuano a stabilire linee di confine. Senza aver fatto nulla perché capiti, ci si trova collocati di qua o di là da una recinzione. Però io dico che si deve provare a camminare sopra la recinzione, calpestandone il filo spinato, in un eterno sconfinamento”.

Per informazioni: Scuola di Pace, tel. 051 491953 – 546600, e-mail.
















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