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Alle Piane di Mocogno crescono papaje, arance e fichi d’india

Il primo giorno di maggio, da 14 anni si rinnova l’appuntamento alle Piane di Mocogno con il Matilde Mazzieri Day che vede protagonisti i sostenitori dell’associazione Hewo e la famiglia Mazzieri, titolare dell’omonimo e famosissimo hotel ristorante. Edo e Franca Mazzieri, per ricordare la mamma Matilde, regalano un giorno della propria attività, insieme ai dipendenti, e organizzano un pranzo di solidarietà che serve a raccogliere fondi per i progetti in Etiopia dell’Hewo.

Il pranzo inizia alle ore 12.30 con l’aperitivo nel Salone-Museo, ma è possibile incontrarsi già dalla mattinata. Perché il Mazzieri Day è uno dei due momenti dell’anno, insieme alla Festa dei Lamponi di Barigazzo, nel quale gli amici, i sostenitori e i volontari di Hewo Modena si incontrano e si confrontano in amicizia sui progetti in corso, ascoltando chi ha visitato le comunità dell’Etiopia e dell’Eritrea e incontrato i fondatori delle Hansenians’ Ethiopian-Eritrean Welfare Organization, Franca e Carlo Travaglino, che hanno scelto di vivere tra i dimenticati di Etiopia ed Eritrea, gli ammalati di lebbra, aids tbc.

Hewo è organizzata in piccole comunità autogestite e offre, tramite operatori del luogo, servizi di cure e terapie sanitarie, di assistenza sociale, di alfabetizzazione e di formazione professionale, per un recupero globale alla vita e per un reinserimento dignitoso e attivo nella società di appartenenza, rispettandone i valori della cultura, della propria religione e tradizione.
Negli ultimi anni l’impegno di Hewo era stato destinato alla costruzione di un ospedale, concluso il quale ora si ritorna alla lotta fondamentale: gli aiuti alimentari e l’impegno affinché gli stessi ammalati e le loro comunità acquisiscano gli strumenti e le conoscenze per garantirsi la sopravvivenza. Perchè anche un ospedale diventa inutile se cura bambini vittime della denutrizione.
Con questa visione è stato recentemente realizzato n sistema di conservazione di frutta e verdura, grazie all’invio di migliaia di vasi di vetro e il soggiorni di alcuni volontari a Quihà per avviare il laboratorio dove lavorare e conservare i prodotti agricoli, oltre a riciclare i contenitori. Si aggiunge al centro agricolo produttivo, al panificio, al pastificio, al laboratorio di maglieria, alle scuole di ceramica, di falegnameria, di sartoria, l’allevamento di galline. Soltanto nella comunità di Quihà è necessario sfamare ogni giorno 400 persone e perciò l’autosufficienza alimentare è condizione essenziale. Stanno studiando come conservare e utilizzare i fichi d’india, ricchi di zucchero, il cui raccolto potrebbe essere fonte di reddito per chi vi lavora, così come si studiano piccole piantagioni di papaja e di arance.

















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