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‘ndrangheta Crotone: in libertà i due uomini fermati a Bologna

Sono stati rimessi in libertà dal Gip di Bologna Milena Zavatti i due uomini fermati nei giorni
scorsi nel capoluogo emiliano nel contesto dell’operazione ‘Eracle’ disposta dalla polizia e dalla Dda di Catanzaro contro la cosca Vrenna-Corigliano-Bonaventura di Crotone, e che
complessivamente aveva portato al fermo di 29 persone.


Il Gip nella sua ordinanza parla anche di un capo di imputazione ‘costruito con una discutibile tecnica di riferimenti per relationem”.

Secondo l’inchiesta della Dda calabrese in Emilia il gruppoVrenna-Bonaventura avrebbe avuto importanti diramazioni per procurarsi la droga oggetto del traffico che veniva gestito in
Calabria e in altre regioni. Ma secondo il Gip di Bologna non ci sono i presupposti per tenere i due in carcere. La remissione in libertà era stata richiesta dai difensori, avvocati Matteo
Murgo, Ercole Cavarretta e Luigi Stortoni. Il giudice parla ”di non facile lettura del capo di imputazione, costruito con una discutibile tecnica di riferimenti per relationem”, e comunque,
malgrado questo, ”si ritiene che gli indagati siano posti in condizioni di comprendere di cosa li si accusa”.

I due sono accusati di cessioni di stupefacenti ”commesse al fine di approvvigionare la cosca Vrenne-Corigliano-Bonaventura”.
Gli indizi a loro carico – osserva il Gip Zavatti – sono costituiti esclusivamente da dichiarazioni di collaboratori di giustizia. Secondo il giudice ”il nucleo essenziale delle dichiarazioni appare confermato”, ma non è chiaro come si collocano
temporalmente i fatti.
”In sintesi – è la conclusione del Gip – l’incertezza
sull’epoca in cui le condotte di cessione ascritte o ascrivibili sono collocabili rende impossibile formulare un giudizio di pericolosità sociale attuale, anche tenuto conto della attuali
condizioni di vita personale e lavorativa” di uno dei due fermati ”di talchè non vi sono i presupposti che giustifichino l’applicazione della misura cautelare”.

E ”non vi sono invece elementi, nè gravi nè lievi, per affermare che l’attività di spaccio sia (stata) svolta per conto e nell’interesse della cosca Vrenna-Bonaventura-Corigliano”.
















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