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Conclusa la conferenza di organizzazione di Cgil Emilia Romagna

E’ terminata ieri pomeriggio, con l’approvazione all’unanimità del documento politico, la conferenza di organizzazione regionale della Cgil Emilia Romagna, alla quale hanno partecipato oltre quattrocento delegati. Il dibattito è stato concluso in tarda mattinata dall’intervento di Carla Cantone, della segreteria Cgil nazionale.

Sono state due intense giornate di confronto sul modello organizzativo proposto dalla relazione del segretario Cgil regionale Vincenzo Colla, responsabile dipartimento organizzazione, un modello imperniato su alcuni progetti innovativi legati in particolare agli aspetti critici emersi in questi anni di trasformazioni profonde anche nella nostra regione. I progetti riguardano alcune tematiche centrali: rappresentanza e rappresentatività, storia-valori-identità, formazione e conoscenza come percorso per il rinnovamento del gruppo dirigente, intreccio tra contrattazione di secondo livello e contrattazione sociale, diritti e tutele individuali. L’obiettivo è quello di integrare funzioni e competenze delle strutture e dei singoli operatori degli apparati politici, tecnici e dei servizi, che insieme producono il sistema Cgil, superando le modalità attuali, molto specializzate ma fin troppo rigide e separate. “Una grande sfida – ha detto nel suo intervento il segretario generale Danilo Barbi -, che impone meno burocrazia, meno gerarchie e più cooperazione, per valorizzare la centralità del territorio con il conseguente riequilibrio di risorse umane e finanziarie. Impone inoltre di rinnovare e ringiovanire il nostro gruppo dirigente, coltivando i tanti delegati giovani, aprendo le porte agli immigrati che aumentano costantemente tra i nostri iscritti, perseguendo una organizzazione paritaria tra uomini e donne”.

La segretaria Cgil nazionale Carla Cantone, nelle conclusioni, ha sottolineato l’importanza dell’appuntamento con la conferenza nazionale di organizzazione (Roma, 29-31 maggio) a quindici anni di distanza dalla precedente, in un percorso che sta coinvolgendo tutte le strutture Cgil del paese. “La discussione molto ricca tra di noi – ha detto Cantone – porta a scelte precise sui punti da mettere al centro della riorganizzazione delle nostre strutture: il territorio è la nostra “prima linea” e dobbiamo adeguare strumenti e politiche per intervenire sulle condizioni di lavoro e i bisogni sociali di lavoratori e pensionati. Non c’è solo un problema di difesa dei diritti, ma di estensione della nostra capacità di rappresentanza e di contrattazione nei luoghi di lavoro, nelle filiere, nell’artigianato, nei nuovi lavori, come sui temi dello stato sociale con le amministrazioni pubbliche”.

In Emilia Romagna la Cgil conta 815.604 iscritti 2007, di cui 348.388 attivi e 464.914 pensionati.
(nel 2006: 815.348 iscritti, di cui 342.431 attivi e 470.237 pensionati). Tra gli iscritti attivi prevale la componente maschile (54%), mentre fra i pensionati si registrano più donne (oltre 56%).
I tesserati Cgil 2007 nel complesso crescono, rispetto al 2006, grazie all’aumento delle adesioni dei lavoratori attivi (+ 5.957). Da segnalare l’ulteriore incremento degli iscritti tra i lavoratori immigrati, che sono 61.281, ovvero il 17,15% degli attivi, un dato largamente superiore alla media nazionale del 12%. Dal 2005 ad oggi gli immigrati iscritti alla Cgil in Emilia Romagna sono 20.000 in più, con un trend di crescita che si conferma costante in tutte le categorie.
















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