Si è svolto oggi lo sciopero di 8 ore dei lavoratori del gruppo Granarolo per protestare contro il piano industriale presentato dall’azienda che prevede la chiusura del sito Pettinicchio di Sermoneta e quello Merlo di Acqui Terme, con il relativo licenziamento di 350 dipendenti.
In tutti i dodici stabilimenti produttivi Granarolo si è registrata un’adesione allo sciopero molto vicina al 100%. Nella distribuzione e nel settore commerciale l’adesione è stata dell’80%, del 70% quella negli uffici.
Presidi di lavoratori sono stati effettuati fuori dai cancelli degli stabilimenti di Bologna, Milano, Acqui Terme e Sermoneta alla presenza di rappresentanti delle istituzioni locali.
“Per la prima volta i circa 2000 lavoratori del Gruppo Granarolo” – ha dichiarato il Segretario nazionale della Flai-Cgil Antonio Mattioli – “hanno incrociato le braccia rispondendo in questo modo compatti alla dichiarazione di sciopero promossa dal sindacato per respingere il piano industriale presentato dall’azienda”.
“La strada scelta dalla Granarolo di pagare la gestione ordinaria nel prossimo anno con i posti di lavoro” – ha continuato Mattioli – “non è socialmente sostenibile e rappresenta una forma di resa alle banche e ai competitori che non accetteremo mai.
Per quanto ci riguarda ci sono tutte le ragioni per sostenere il rilancio del gruppo attraverso un patto dell’intera filiera in grado di garantire una competizione fondata su qualità e valorizzazione dei marchi e del lavoro”.
“Se al prossimo incontro con l’azienda previsto per il 18 aprile non si presenteranno novità sostanziali” – ha concluso il Segretario nazionale della Flai-Cgil – “la mobilitazione continuerà perché non siamo di fronte ad un semplice piano di riorganizzazione ma si sta decidendo il futuro di circa 2000 lavoratori ed è ora che la si smetta di risolvere ‘comodamente’ le crisi sulla pelle della gente”.