Come il tema della sicurezza sul lavoro è balzato prepotentemente agli onori della cronaca in questi ultimi mesi, a seguito della vicenda della Thyssen Krupp, così anche quello della formazione sulla sicurezza è diventato un “tormentone”, a seguito dell’imminente approvazione del testo Unico in materia di sicurezza e salute sui luoghi di lavoro, in cui (tra l’altro, ma certamente non solo) viene previsto un inasprimento di pene per coloro che violano le norme in materia.
Nel dibattito che si è aperto contrapponendo sanzioni e formazione sembra rimosso il fatto che la formazione adeguata a sufficiente in materia di sicurezza è da anni un obbligo in carico ai datori di lavoro per tutti i loro collaboratori e tutti sanno che spesso è fatta bene, ma in molti casi è fatta poco e male o non è fatta per nulla.
“Da più parti – ha sottolineato oggi, nel corso di una conferenza stampa, l’assessore provinciale al lavoro Gianluca Ferrari – si invocano prevenzione e formazione come fattori determinanti per ridurre al minimo i rischi sul lavoro, ma quanti riempiono di contenuti queste parole? Prevenzione e formazione rischiano d’essere solo automatiche enunciazione retoriche, nonostante non manchino esperienze virtuose. Più che formule scontate bisogna riuscire a dare risposte efficaci con strumenti concreti. Solo così facendo si potrà rifondare una moderna cultura del lavoro, mettendo al centro dei rapporti di produzione la persona e la sua sicurezza, senza tollerare alcun compromesso sull’integrità della vita umana, anche a costo d’incrementare costi economici e limiti normativi in capo al sistema produttivo, nell’interesse economico e sociale complessivo. La Provincia, su questo fronte, è impegnata concretamente e chiede alle parti sociali impegni altrettanto concreti e misurabili, consapevoli che la sensibilità e l’attenzione su questi temi è di primaria importanza per tutti”. Ecco allora un “catalogo” di ciò che è stato fatto in questi ultimi anni a Reggio ed in particolare di quello che la Provincia ha realizzato. “Tutte le azioni messe in campo dalla Provincia – ha rimarcato il consigliere amministrativo Armando Sacchetti – sono contenute ora nel Testo Unico sulla sicurezza che proprio oggi dovrebbe essere approvato dal Consiglio dei Ministri”.
Formazione alla sicurezza: dalla Provincia 380mila euro in più
Fra gli obiettivi finanziati dal bando per l’acquisizione di progetti di formazione destinati ai lavoratori, a scadenza il 9 aprile prossimo, è previsto un investimento consistente, di circa 380.000 Euro, per finanziare iniziative di informazione, sensibilizzazione e formazione sulla sicurezza nel lavoro rivolte agli imprenditori e ai lavoratori impegnati a diverso titolo nelle imprese, aggiuntiva a quella obbligatoria per legge già prevista a carico dell’azienda, che si affianca e combina a quella per la gestione e il miglioramento ambientale delle imprese e la riduzione del loro impatto ambientale sul territorio, insieme alla crescita più complessiva della loro “responsabilità sociale”. In secondo luogo (ma certo non secondario rispetto ai numeri che vedremo) la Provincia ha introdotto, in maniera vincolante (tra i primi in Italia), l’obbligatorietà della formazione alla sicurezza sul lavoro in tutte le attività formative finanziate con il Fondo sociale europeo, che coinvolgono annualmente dagli 11.000 ai 12.000 utenti, attraverso la definizione di moduli mirati, nei percorsi più lunghi della durata anche di alcune decine di ore, così come di richiami ai principali obblighi in materia, di alcune ore, nei percorsi più brevi. La Provincia approva poi, annualmente, diversi interventi per la formazione di tecnici specialisti di ambiente e sicurezza sul lavoro, di responsabili della sicurezza, di esperti nella gestione dello smaltimento e della prevenzione del rischio amianto, di esperti in acustica industriale, ecc.
Corsi di italiano per immigrati
Su sollecitazione delle parti sociali, è stata attivata una ricognizione sul territorio provinciale delle principali azioni messe in campo dalle istituzioni, dalle stesse forze sociali, dal privato sociale e dal volontariato, per favorire l’alfabetizzazione alla lingua italiana dei lavoratori stranieri, elemento propedeutico ed essenziale per un’efficace formazione in materia di sicurezza per questi lavoratori. Intanto, la Provincia ha introdotto questi interventi per gli immigrati, richiesti dalle imprese che hanno serie difficoltà a farsene carico.
Il Comitato Provinciale Sicurezza
All’interno del Comitato (organismo composto da istituzioni pubbliche, forze sociali, organi ispettivi e preposto alla programmazione degli interventi in materia di sicurezza) grazie anche all’impegno sulla prevenzione dell’Az.USL, la Provincia ha coordinato il gruppo di lavoro Formazione e informazione, promuovendo, attraverso il contributo di tutti gli attori presenti un Protocollo sugli standard formativi minimi in materia di sicurezza sul lavoro. Il Protocollo permette alle aziende che liberamente scelgono di applicarlo di avere la garanzia di adempiere all’obbligo attraverso una adeguata formazione, articolata e calibrata per ciascun specifico settore/comparto e corrispondente dunque al differente livello di rischio presente. Il Comitato sta inoltre lavorando per disciplinare l’utilizzo della “formazione a distanza” e per l’estensione delle modalità formative previste dal Protocollo sugli standard formativi anche nella formazione dei lavoratori interinali, a seguito dell’adesione al Protocollo di Formatemp (l’organismo nazionale di programmazione dell’offerta di formazione per le Agenzie di somministrazione).
Nuovi criteri per l’iscrizione all’Albo Artigiani
La Provincia sta sollecitando, facendosi portavoce e richiedendo a ciascuno di fare la sua parte, gli attori coinvolti nella definizione di criteri maggiormente selettivi per l’accesso alla professione di artigiano edile, che prevedano il possesso di una adeguata preparazione professionale, compresa una specifica formazione in materia di sicurezza, ad oggi non obbligatoria per legge.
“Questi – ha ribadito l’assessore Ferrari – riteniamo siano non solo affermazioni di principio (d’altro canto chi non potrebbe esser d’accordo che sia meglio investire in prevenzione piuttosto che in repressione), ma piuttosto fatti concreti: chiediamo a tutti gli attori in campo, che si dichiarano quotidianamente interessati e impegnati in proposito, di fare analoghe scelte impegnative e concrete, uscendo dalle lamentazioni per sanzioni che si possono evitare assumendosi responsabilità rispetto ai propri obblighi”.