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Modena: petizione per la qualità certificata nel tessile moda

Intensificare i controlli sulla filiera produttiva di tessile, abbigliamento, calzature e pelletteria per garantire sia la salubrità dei prodotti sia la salute dei lavoratori e degli utilizzatori; approvare la normativa comunitaria sull’obbligo di etichetta; mantenere alta la vigilanza per la tutela della salute pubblica. Sono queste le richieste contenute nella petizione per una “qualità certificata”, presentata dall’assessore provinciale alle Attività produttive Palma Costi e approvata nei giorni scorsi con voto unanime dal Consiglio provinciale di Modena che sarà indirizzata alla Commissione europea e agli Stati membri.


La petizione sui temi della trasparenza, tracciabilità, composizione e origine dei prodotti del settore tessile moda è stata promossa da Acte, l’Associazione delle comunità tessili europee di cui fanno oltre cinquanta amministrazioni pubbliche locali dei territori del tessile-abbigliamento di Spagna, Italia, Francia, Portogallo, Inghilterra e Grecia, ed è stata già sottoscritta nel novembre scorso dal Comune di Carpi.

Nel testo approvato dal Consiglio provinciale sono state aggiunte le proposte di istituire un Osservatorio provinciale che, data la rilevanza del distretto della moda nel sistema produttivo modenese, controlli la produzione e la commercializzazione sul territorio dei prodotti della filiera tessile nocivi alla salute dei consumatori e dei lavoratori; di far gravare i costi delle verifiche sui prodotti su chi commette gli illeciti; di proporre la stipula della petizione alla Regione Emilia Romagna.

Dichiarandosi soddisfatto per «l’accoglimento di tutte le nostre proposte» Giorgio Barbieri (Lega nord) si è augurato che «il prossimo governo abbia la volontà di non massacrare il settore tessile che ha bisogno delle nostre cure anche perché i paesi del nord Europa vogliono affossarlo». Per Dante Mazzi (Forza Italia-Pdl) la petizione «è uno strumento valido perché investe del problema l’Unione europea». Dello stesso parere anche Lella Rizzi (Pd) che ha sottolineato come «la certificazione di qualità sia un elemento preponderante per il tessile» mentre Walter Telleri (Verdi) ha messo l’accento sul problema della legalità «visto che si è scoperto che i laboratori clandestini lavorano per committenti carpigiani».

















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