Un’inchiesta sul doping nel mondo delle corse dei cavalli, condotta dalla procura di Bologna, che vede 31 indagati, di cui dieci bolognesi.
Ieri sono scattate in molte citta’ del centro-nord altrettante perquisizioni. Un centinaio le segnalazioni che hanno portato all’apertura
dell’inchiesta, circa un anno fa, e che si riferivano a singoli episodi, corse ma anche vittorie sospette, con cavalli risultati positivi all’antidoping.
Le ipotesi di reato sono associazione a delinquere (contestata pero’ non a tutti gli indagati), frode sportiva e reati legati al doping, come la somministrazione illecita di farmaci. Nelle perquisizioni (a carico di allevatori,
appassionati di corse, gente che frequenta abitualmente gli ippodromi ma anche veterinari) gli investigatori hanno trovato materiale utile alle indagini, soprattutto farmaci e documentazione a sostegno delle ipotesi di reato contestate.
Nell’indagine sono coinvolti altri quattro veterinari bolognesi e quattro-cinque di altri regioni. Gli altri bolognesi indagati
(tutti sono incensurati) sono allevatori, proprietari di cavalli, titolari di scuderie. L’ipotesi degli inquirenti e’ che il cuore della organizzazione gravitasse proprio sulla citta’ felsinea.
L’indagine mira anche a verificare l’ipotesi che non siano stati commercializzate carni provenienti da cavalli dopati.