Proseguono in montagna le aggregazioni tra caseifici che producono Parmigiano-Reggiano.
Con l’assistenza tecnica e la consulenza di Confcooperative Modena, nelle settimane scorse si sono avviate diverse fusioni e incorporazioni.
Cominciamo dal Frignano.
Il caseificio S. Michele di Gombola ha cessato l’attività; i soci sono confluiti nel S. Lorenzo di Prignano, che ora può contare su diciassette aziende agricole associate e trasformare 50 mila quintali annui di latte. Nel territorio di Serramazzoni si segnala la chiusura delle cooperative Casa Bosi e Monteforco, i cui soci sono andati in altri caseifici della zona.
Ci sono novità anche nella Comunità montana Modena Est.
Il caseificio S. Antonio di Monteorsello di Guiglia ha avviato le procedure di fusione con la cooperativa casearia S. Luigi di Samone. I trenta soci hanno già iniziato la lavorazione in comune del latte, che ammonta complessivamente a oltre 35 mila quintali, con una produzione annua stimata in 6.500 forme di Parmigiano-Reggiano.
«La frammentazione delle imprese continua a essere una causa di debolezza strutturale di tutto il settore – afferma il presidente del settore lattiero-caseario di Confcooperative Modena Giordano Toni – Per questo motivo la nostra politica punta a favorire, laddove è possibile, la strada dell’aggregazione tra strutture, la quale permette ai caseifici di realizzare economie di scala e affrontare meglio un mercato che sembra comunque aver superato i momenti difficili. Queste ultime operazioni sono state rese possibili anche da condizioni contingenti favorevoli, come la buona gestione economico-finanziaria che ha permesso alle nostre cooperative di far fronte alla fase più acuta dell’ultima crisi».
A seguito di queste fusioni e incorporazioni sale a diciassette il numero dei caseifici aderenti a Confcooperative Modena che hanno cessato l’attività nel quadriennio 2003-2007. Restano attive 56 cooperative casearie, le quali trasformano oltre il 60 per cento del latte che esce dalle stalle modenesi, hanno un migliaio di soci e fatturano complessivamente 110 milioni di euro.