Dopo tanti primati negativi l’Emilia Romagna può vantarne uno decisamente positivo: è la regione italiana con la minore incidenza dei lavoratori abusivi nei cantieri edili, appena l’1,2% sul totale degli occupati. Il dato, elaborato sulla base delle più recenti rilevazioni l’Istat sul fenomeno del sommerso, emergono dal Rapporto “Costruttori di sviluppo” realizzato dall’Ufficio studi di Confartigianato. Notevole anche l’incidenza degli stranieri, aumentati in tutta Italia di oltre il 50% tra il 2005 e il 2007; l’Emilia Romagna è seconda per numero di imprese edili di extracomunitari: 12.497, pari al 16,8% del totale, la comunità più numerosa è quella degli albanesi.
Le imprese edili subiscono la concorrenza sleale di oltre 123.000 operatori irregolari che a loro volta danno lavoro ad almeno 160.500 dipendenti in nero. Tra il 1991 e il 2005 le ditte ‘fantasma’ in edilizia sono aumentate di 23.300 unita (+ 23,3%). Soltanto tra il 2004 e il 2005 il loro numero è aumento dell’8,5%. Il Mezzogiorno detiene il primato negativo per il tasso di irregolarità nell’edilizia: 22,3%, a fronte del 9,6% nelle regioni del centro Italia, del 6,4% nel Nord Ovest e del 3,5% nel Nord Est.
Al primo posto nella classifica regionale per percentuale di lavoro irregolare in edilizia c’è la Calabria, con il 44,3%. Seguono la Sicilia, con il 30,1%, il Molise, 20%, la Basilicata, 19,6%, e l’Abruzzo, con una quota pari al 18,4%. Gli irregolari sono praticamente inesistenti, invece, in Emilia Romagna, dove l’incidenza degli abusivi si ferma all’1,2%, 2% per le Marche, 2,3% per la Valle d’Aosta e 2,9% per il Piemonte.
Proprio per combattere l’abusivismo in edilizia Confartigianato ha sollecitato la presentazione di una proposta di legge che stabilisca precisi requisiti per poter svolgere l’attività di imprenditore edile. “Costruttori qualificati significa cantieri sicuri ed avere meno abusivismo significa avere più sicurezza. Riteniamo indispensabile – spiega il Presidente di Confartigianato Emilia Romagna Giampaolo Palazzi – un provvedimento che, attraverso la qualificazione degli imprenditori, garantisca trasparenza del mercato e tuteli i lavoratori e i consumatori. L’obiettivo della proposta di legge è combattere il fenomeno degli operatori improvvisati, degli abusivi e dei doppiolavoristi che mettono a rischio la sicurezza dei lavoratori, fanno concorrenza sleale alle imprese regolari, sottraggono gettito alle casse dello Stato, rendono un cattivo servizio ai consumatori”.
Secondo Confartigianato Emilia Romagna, la proposta di legge servirà a regolare e a qualificare un settore nel quale sono in vertiginoso aumento anche gli stranieri: tra settembre 2005 e settembre 2007 il numero degli addetti è aumentato di 86.000 occupati (+51,6%), a fronte di un aumento del 30,6% nel totale dell’economia. A questo trend in ascesa si contrappone la diminuzione di 22.000 occupati italiani nell’edilizia (- 1,3%); addirittura, nelle regioni del Nord, si registra un fenomeno di sostituzione: dal settore sono usciti 22.000 connazionali e sono entrati 35.000 stranieri.
Complessivamente, tra dipendenti e imprenditori, nelle costruzioni lavorano 252.000 stranieri (pari al 15,8% degli stranieri occupati in Italia, di questi 143.000 lavorano al Nord, 91.000 nel Centro e i rimanenti 18.000 nel Mezzogiorno. Gli stranieri che svolgono attività di imprenditore nelle costruzioni sono 110.211. Di questi 74.498 sono extracomunitari; a livello regionale, la Lombardia ha il record di imprenditori edili extracomunitari: 16.820, pari al 22,6% del totale. L’Emilia-Romagna è seconda con 12.497 (pari al 16,8%), il Veneto con 9.440 (pari al 12,7%) la Toscana con 8.089 (10,9%), il Piemonte con 6.107 (8,2%) la Liguria con 3.743 (5%). La maggioranza degli imprenditori edili extracomunitari proviene dall’Albania (21.009 persone), dal Marocco 7.264, dalla Tunisia 6757, dalla Svizzera 5.902, dall’Egitto 5.486, dalla Serbia e Montenegro 5.151, dalla Macedonia 3.635.
Gli albanesi sono la comunità più numerosa di imprenditori nelle costruzioni in Abruzzo, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Toscana, Trentino-Alto Adige e Umbria.
I marocchini sono la prima comunità in Valle d’Aosta; gli svizzeri sono la prima comunità in Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia; gli egiziani sono la prima comunità di imprenditori nelle costruzioni in Lombardia e i Serbo-Montenegrini sono la prima comunità in Friuli Venezia Giulia e Veneto.