L’agricoltura modenese dopo le riforme Ue su ortofrutta e vino, entrate in vigore nei mesi scorsi. Il tema è affrontato da Confcooperative Modena e Cesac (Consorzio economico-sociale acquisti collettivi) in un seminario in programma domani – venerdì 7 marzo – all’hotel Le Cardinal di Bastiglia a partire dalle 16,15.
L’iniziativa è rivolta alle sei Cantine sociali e alle otto cooperative ortofrutticole aderenti a Confcooperative Modena. Il seminario è introdotto dal presidente del settore ortofrutticolo di Confcooperative Modena Piergiorgio Lenzarini. Gabriele Canali, docente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, illustra l’Ocm vino. Il presidente nazionale del settore ortofrutta di Fedagri Davide Vernocchi spiega, invece, l’Ocm ortofrutta.
Durante il seminario viene presentata la guida Indicazioni per i nuovi impianti di pero, curata da Massimo Fornaciari del Cesac. Conclude i lavori Paolo Bruni, presidente nazionale di Fedagri, la federazione delle cooperative agroalimentari che aderiscono a Confcooperative. Le Ocm (organizzazioni comuni di mercato) ortofrutta e vino hanno già cominciato a rivoluzionare l’agricoltura italiana e, quindi, anche quella modenese. Stiamo parlando, infatti, di due settori fondamentali per l’agricoltura della nostra provincia, basti pensare che gli ettari coltivati sono complessivamente oltre 22 mila, il prodotto raccolto sfiora i cinque milioni di quintali, mentre la plv (produzione lorda vendibile) ammonta a 163,2 milioni di euro. Sull’Ocm ortofrutta il giudizio di Confcooperative è positivo in quanto la riforma favorisce l’aggregazione dell’offerta di prodotto e una maggiore trasparenza del mercato; inoltre è stata aumentata la dotazione finanziaria. È negativa, invece, l’opinione sull’Ocm vino, in particolare per gli aspetti che riguardano la qualità, le pratiche enologiche e l’etichettatura.