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Ascom: i disagi causati alle imprese dalla nuova procedura per le dimissioni

Dal 5 marzo le dimissioni dei lavoratori per essere valide devono essere rassegnate mediante un modulo ministeriale scaricabile da internet, la cui compilazione va convalidata da uno dei soggetti abilitati (Centri per l’Impiego, Direzioni Provinciali e Regionali del lavoro o Comuni).

Ascom Bologna stigmatizza l’assenza di una campagna informativa sulle nuove modalità di comunicazione delle dimissioni ed il grave ritardo col quale i soggetti pubblici coinvolti, ed in particolare i Comuni della Provincia di Bologna, stanno approntando il servizio di convalida, contribuendo a rendere difficile mettere la parola fine ad un rapporto di lavoro.

Nonostante l’obbligo della convalida presso gli enti pubblici sia operativo da ieri, vari Comuni della Provincia di Bologna, che potrebbero garantire una capillarità di sportelli aperti sul territorio, non sono nemmeno a conoscenza dell’entrata in vigore delle nuove norme; diversi di quelli che ne sono a conoscenza non hanno ancora definito un servizio.
E’ evidente che se non si provvederà velocemente a porre rimedio a questa situazione, il disagio di recarsi, in limitati orari di apertura, presso un soggetto abilitato non potrà che aumentare, soprattutto per chi opera o risiede nel nostro Appennino che, in assenza di un servizio predisposto dal proprio Comune, sarebbe obbligato a percorrere anche decine di chilometri per convalidare le dimissioni.

“La complessità della procedura prevista e l’inefficienza della pubblica amministrazione – dichiara il Direttore Generale di Ascom Bologna Giancarlo Tonelli – complica non poco la vita dei datori di lavoro che, per avere certezza della risoluzione del rapporto di lavoro, devono guidare i propri dipendenti e collaboratori lungo un vero e proprio percorso ad ostacoli e verificare che sia stato completato correttamente.
Come avviene sempre più spesso – conclude il Direttore Tonelli – per arginare fenomeni limitati in alcuni settori ed aree geografiche, come quello delle “dimissioni in bianco”, a farne le spese sono sempre le imprese che operano nel rispetto della legalità”.

















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