Cosa possono fare i cittadini per prendersi cura del bene comune? Come possono impegnarsi, insieme alle istituzioni, nel difendere e salvaguardare le città, territorio, ambiente, acqua, aria, clima, sicurezza, legalità, diritti dell’uomo, diritto alla salute e sanità, all’istruzione, ai servizi pubblici e altro ancora?
Queste sono soltanto alcune delle domande a cui si cercherà di dare risposta domani sera, giovedì 6 marzo, alle ore 21 alla Gabella di via Roma, sarà il prof. Gregorio Arena, uno dei maggiori esperti di cittadinanza attiva a proporre un nuovo modo di partecipare alla vita pubblica.
La cittadinanza attiva può definire e modificare la nostra qualità della vita, partecipare infatti non vuol dire soltanto prendersi cura dei beni comuni ma occuparsi di salvaguardare l’interesse di tutti e non soltanto quello individuale o di una piccola parte.
Arena è ospite della Scuola di Etica e Politica promossa da Telecitofono, è uno dei maggiori esperti in Europa di questo tema, è anche presidente dell’associazione Cittadinanza Attiva e del Laboratorio per la Sussidiarietà.
La revisione del 2001 ha introddotto nella Costituzione il principio di sussidiarietà orizzontale, sancendo che “Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà” (art. 118, ultimo comma). La nuova norma costituzionale, riconoscendo ai cittadini la possibilità di attivarsi autonomamente nell’interesse generale e disponendo che le istituzioni debbano sostenere gli sforzi in tal senso, conferma che gli individui hanno delle capacità e che possono utilizzarle per risolvere non solo i propri problemi , ma anche quelli riguardanti la comunità. Per la prima volta la Costituzione riconosce, sia pure implicitamente, che le amministrazioni non hanno più il monopolio della tutela dell’interesse pubblico.
L’incontro con Arena è rivolto a tutti quelli che vorrebbero fare qualcosa per il proprio Paese ma non sanno da dove cominciare. Per spiegare loro come utilizzare il nuovo principio costituzionale e passare dal ruolo di “amministrati” a quello di “cittadini attivi”, alleati delle istituzioni nel prendersi cura dei beni comuni.
Gregorio Arena definisce la sussidiarietà un principio “rivoluzionario” perchè è a fondamento di un nuovo modello di società, caratterizzato dal ruolo diffuso e costituzionalmente legittimato di quelli che possono essere chiamati cittadini responsabili, autonomi e solidali, o meglio “cittadini attivi”. Si tratta di un principio rivoluzionario, come spiega l’autore nel capitolo dedicato, perchè porta a conseguenze “demolitorie” derivanti dalla sua introduzione nell’ordinamento costituzionale: questo principio infatti demolisce il tradizionale paradigma gerarchico-bipolare di amministrazione pubblica in cui si è sempre visto lo Stato da una parte ed il cittadino dall’altra, lo Stato ‘sopra’ ed il cittadino ‘sotto’; ora invece il nuovo modello viene definito paritario e pluralista.
Ne deriva che il cittadino può e deve farsi attivo per condividere il patrimonio pubblico. I cittadini cioè sono soggetti attivi e autonomi, “alleati” con i poteri pubblici e da essi distinti nel perseguire, su propria autonoma attivazione, l’interesse generale nella cura dei beni comuni. La modifica dell’ultimo comma dell’art. 118 della Costituzione porta (e deve portare) alla sussidiarietà quale funzione di esercizio di una “nuova forma di sovranità popolare” che “completa le forme tradizionali della partecipazione politica e della partecipazione amministrativa”.