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Polveri atmosferiche: una due giorni di studio a Bologna e Ferrara

Polveri atmosferiche: una due giorni di studio a Bologna e Ferrara con esperti di Arpa, assessorati alle Politiche per la salute e Ambiente, Università, Centro Isac-Cnr ed Helmholtz Zentrum di Monaco diBaviera. Nasce l’idea di un “supersito” per lo studio delle polveri atmosferiche in Emilia-Romagna. L’Assessore Zanichelli: “La collaborazione con la Baviera può offrirci una base scientifica più avanzata per risolvere le attuali criticità legate all’inquinamento atmosferico della pianura Padana”.

Un “supersito” per lo studio delle polveri atmosferiche in Emilia-Romagna, analogo a quello già esistente in Baviera. Se n’è discusso stamani durante l’incontro che si è svolto nella sede
dell’assessorato all’Ambiente della Regione Emilia-Romagna tra l’assessore Lino Zanichelli e una delegazione dell’Istituto Helmholtz di Monaco di Baviera, al termine di una due giorni di lavoro con Arpa, tecnici regionali, Università di Bologna e di Ferrara dedicato a nuove tecnologie, strumentazioni, modalità di monitoraggio della qualità dell’aria e dei suoi effetti sulla salute. La visita degli specialisti tedeschi è seguita a quella avvenuta nel gennaio scorso a Monaco del
gruppo italiano: in quell’occasione l’assessore all’Ambiente della Baviera Huber ha manifestato interesse a definire un protocollo d’intesa per lo
scambio di conoscenze ed esperienze e per l’avvio di progetti d’iniziativa comune.

“Investire nella conoscenza è la via migliore per affrontare i problemi – ha dichiarato l’assessore all’Ambiente e Sviluppo sostenibile Lino
Zanichelli – . Questa collaborazione con la Baviera può offrirci una base scientifica più avanzata per risolvere le attuali criticità legate
all’inquinamento atmosferico della pianura Padana. Inoltre, dall’attività degli ultimi anni, risulta evidente la necessità di operare su una dimensione sovraregionale ed europea, tenuto conto delle restrizioni ulteriori contenute nella nuova Direttiva sulla qualità dell’aria che sta per essere varata. Da parte nostra – conclude
Zanichelli – vi è interesse per una collaborazione che, tra l’altro, ci può rafforzare sul versante della sicurezza ambientale e della prevenzione sanitaria”.

Due le eccellenze del centro Helmholtz, che ne fanno un partner ideale per gli enti emiliano-romagnoli coinvolti nel progetto. Primo,
l’attività di analisi di componenti di origine antropica presenti nell’atmosfera e delle loro ricadute sanitarie, indagate sotto l’aspetto
epidemiologico e tossicologico: non a caso l’ipotesi di una collaborazione tra l’Helmholtz Zentrum e Regione Emilia-Romagna è nata
all’interno del progetto Moniter, che si propone di indagare le specifiche caratteristiche delle emissioni in atmosfera di una fonte individuata (gli inceneritori) e i loro effetti sull’ambiente
circostante e sulla salute. L’altro elemento di interesse è la presenza, particolarmente rilevante in Baviera, di emissioni dovute alla
combustione del legno (circa il 20% del pm10 complessivo). La conoscenza degli inquinanti prodotti dalla combustione di vegetali è di sempre
maggiore importanza per l’Emilia-Romagna, sia per la diffusione di sistemi di riscaldamento a legna, sia per la crescita di produzione energetica da biomasse.

La parte più ambiziosa del progetto di collaborazione prevede la realizzazione in Emilia-Romagna di un “supersito” per lo studio dei
diversi tipi di particolato presenti in atmosfera, analogo a quello presente in Baviera, ad Augsburg, e gestito proprio dall’Helmholtz
Zentrum. La sua specificità consiste nella capacità di formulare ipotesi attendibili sulle fonti di emissione delle singole sostanze rilevate in
atmosfera alle (traffico, industrie, diversi combustibili). In questo modo si facilita la formulazione di politiche per il contenimento
dell’inquinamento, e si valuta l’efficacia di quelle attuate. Il Centro di analisi tedesco, inoltre, svolge un costante monitoraggio sulla correlazione tra singole componenti riscontrate in atmosfera e
condizioni di salute della popolazione: quest’indagine tossicologica ed epidemiologica consente nel medio periodo (2-3 anni) di individuare gli effetti sulla salute delle singole componenti di origine antropica
presenti nell’aria. Due strutture parallele aumenterebbero la possibilità di informazioni attendibili, perché derivanti da due scenari
differenti, analizzati con modalità e tecnologie comparabili e coordinate. Per questo un primo livello di collaborazione sarà basato sullo scambio di ricercatori e dottorandi delle Università e sullo scambio e affinamento di tecnologie. Le due delegazioni, italiana e tedesca, promuoveranno un approfondimento con gli assessori all’Ambiente delle due Regioni da tenersi nella prossima primavera, per definire le linee del progetto e le possibili fonti di finanziamento nell’ambito dei programmi europei e delle finalità ambientali ed epidemiologiche del programma medesimo.

















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