Powerlog è un consorzio di cooperative di facchinaggio. Aderiscono al consorzio le seguenti cooperative: Minerva: circa 850 soci lavoratori, aderente alla Legacoop; svolge attività di movimentazione, facchinaggio, macellazione; opera in cantieri delle provincie di Modena – Reggio Emilia – Parma – Mantova – Bologna; a Reggio Emilia è presente in Unipeg ed in Ipercoop, a Modena in Inalca (Gruppo Cremonini).
Real: circa 250 soci lavoratori; aderente alla Legacoop; svolge attività di macellazione; opera nelle provincie di Modena – Reggio Emilia – Mantova; a Reggio Emilia è presente in Unipeg, a Modena in Inalca (Gruppo Cremonini).
Vega: circa 250 soci lavoratori; aderente alla Confcooperative; opera nella provincia di Modena all’interno di Italpizza e Italcarni.
Onecoop: circa 250 soci lavoratori; aderente alla Confcooperative.
Tutte queste cooperative applicano il contratto nazionale Trasporti Merci e Logistica. Solo ad una parte dei lavoratori della Vega viene applicato, non correttamente, il contratto nazionale dell’industria alimentare. Nelle aziende Agroindustriali l’applicazione di questo contratto produce un differenziale retributivo rispetto ai lavoratori dipendenti della azienda committente di circa un –25/30%.
In realtà nella maggioranza delle cooperative del consorzio Powerlog, non applicano integralmente il CCNL di riferimento. Infatti non vengono erogati gli ultimi aumenti salariali con decorrenza da gennaio di quest’anno (circa 50 euro mensili), non sarà erogata l’una tantum prevista dal medesimo contratto(1.098,00 euro),oltre a non riconoscere gli scatti di anzianità, non garantire la maturazione ed il godimento delle ferie, non riconoscere le tredicesime e le quattordicesime, etc.
Come se questo non bastasse il 26 gennaio 2008 le singole cooperative hanno deliberato una riduzione degli stipendi, pari a circa il 10%, che non verrà più restituita ai lavoratori, finalizzata, come comunicatoci dalla direzione del consorzio, a capitalizzare Powerlog per almeno 3 milioni di Euro.
Non si tratta di sottoscrizione di capitale sociale ma di semplice riduzione del costo del lavoro, sotto i minimi del contratto nazionale, senza che se ne conosca la finalità e la ricaduta in termini mutualistici sui soci lavoratori. Alle assemblee convocate per deliberare queste riduzioni delle buste paga ha partecipato solo una esigua minoranza dei soci, mentre la stragrande maggioranza di essi ha avuto notizia della decisione assunta solo nel momento in cui ha preso visione della busta paga, decurtata, del mese di Gennaio 2008. Appaiono, in questo caso, evidenti i limiti nella governance dell’impresa cooperativa e nel rapporto tra cooperativa e soci.
La situazione determinatasi in Powerlog è emblematica del più generale problema degli appalti attraverso l’utilizzo di cooperative di facchinaggio. E’ il caso di sottolineare infatti che tutte le cooperative aderenti al consorzio Powerlog:
aderiscono a Legacoop o a Confcooperative
applicano solo una parte di quanto previsto in termini salariali dal contratto nazionale sottoscritto dalle proprie associazioni
derogano in toto al sistema di diritti e tutele del contratto nazionale attraverso i propri regolamenti interni
gestiscono appalti di parti del processo produttivo, con un evidente vantaggio competitivo da parte del committente che è essenzialmente collegato al taglio del costo della manodopera, ad una esasperata flessibilità e totale precarietà della manodopera stessa.
Nel cantiere di Unipeg i lavoratori hanno già proclamato lo stato di agitazione con la proclamazione di 2 giorni di sciopero teso a ottenere la revoca delle decisioni assunte dalle proprie cooperative. E’ in ogni caso evidente che i vari committenti non possono ritenersi esclusi da una responsabilità oggettiva rispetto ai trattamenti ed alle garanzie che vengono di volta in volta sottratte ai lavoratori che sono oggetto dell’appalto.
In molti di questi casi (tra cui la stessa Unipeg) viene da chiedersi se vi sia legittimità nell’appalto stesso; in ogni caso vi è la necessità di riportare l’inquadramento di questi lavoratori ad un livello non inferiore e non derogabile, sia dal punto retributivo che normativo, rispetto ai lavoratori dipendenti dell’azienda committente. Conviene sottolineare che il CCNL Industria e Cooperazione Alimentare prevede già la non appaltabilità del ciclo di trasformazione del prodotto, pertanto queste pratiche sono fuori dagli impegni sottoscritti.
Anche nel cantiere i>Inalca (Gruppo Cremonini) di Modena in cui è presente la cooperativa Minerva i soci lavoratori della cooperativa hanno effettuato uno sciopero di 8 ore nella giornata di giovedì 28 febbraio come primo momento di protesta contro le decisioni della cooperativa. Nella mattinata di sabato si svolgerà un’assemblea sindacale dei lavoratori Minerva e Real per ottenere, in Inalca come in UNIPEG, la revoca delle decisione assunte.
Ci chiediamo infine se, in presenza di una continuità verificata nel tempo della sede di lavoro dei soci presso i singoli cantieri, sia legittima l’erogazione di consistenti e diffuse somme a titolo di “indennità di trasferta”, le quali non vengono tassate nè fiscalmente e nemmeno previdenzialmente. Ci chiediamo se questa “indennità di trasferta” non rappresenti invece un modo per garantire salari più elevati a fronte di minori costi per l’impresa cooperativa. Poniamo il quesito alle autorità competenti affinché si chiarisca se siamo di fronte a strumenti leciti o a forme di elusione contributiva e fiscale.
(Filt Cgil Reggio Emilia – Filt Cgil Modena – Flai Cgil Reggio Emilia – Flai Cgil Modena – CdLT Reggio Emilia – CdLT Modena)