«Copagri è disponibile a promuovere una soluzione che consenta il rientro nella totale legalità ai produttori che hanno ancora delle pendenze per le multe inerenti le quote latte, ma questo potrà avvenire solo nell’ambito di una reale reciprocità di intenti con i produttori interessati. In questo senso accogliamo l’invito rivoltoci oggi a rappresentare nel confronto con le istituzioni competenti anche le problematiche di quelle aziende che stanno rischiando il definitivo tracollo».
Lo ha detto Pietro Minelli, dell’esecutivo nazionale della Copagri, intervenendo a conclusione dell’assemblea del Comitato Emergenza Latte Italiano (Celi), protrattasi fino a tarda sera ieri a Modena davanti a un migliaio di allevatori provenienti dalle diverse regioni del Nord.
«La regolarizzazione delle posizioni pendenti è ineludibile. Non facciamo promesse vaghe – ha detto Minelli – Diciamo che è compito, anche morale, di tutto il sistema nazionale, il Governo, le Regioni, la Ue e la rappresentanza stessa degli allevatori, individuare e avviare in tempi celeri un’operazione che, sulla falsariga di quella trovata per i crediti Inps, possa salvare aziende potenzialmente vitali e garantire una prospettiva fatta di sole certezze. Vogliamo una soluzione strutturale che tenga naturalmente conto anche di coloro che nelle regole già ci sono. Non c’è alternativa. L’orientamento dell’Ue, la fine delle quote nel 2015, l’aumento della quota nazionale, seppure al momento insufficiente, la stessa ammissione della Commissione della necessità di un fabbisogno di ulteriori 8 milioni di tonnellate da qui al 2013, dimostrano che siamo nel giusto – ha continuato Minelli – L’aumento delle quote in Europa finalizzato a un atterraggio morbido nel 2015 deve essere legato alla produzione effettiva e al fabbisogno reale. Occorre sfruttare la favorevole evoluzione del mercato internazionale con una domanda in continua crescita e non limitare il potenziale produttivo favorendo l’escalation dei prezzi. Su queste basi occorre, sul fronte europeo, un aumento della quota non lineare, ma adeguato al reale grado di produzione e approvvigionamento interno, uno stretto legame tra l’aumento e la compensazione europea tra Paesi che non arrivano a produrre quanto consentito e Paesi che, invece, sono costretti a sforare rispetto ai limiti, l’affitto intracomunitario delle quote in corso di periodo e la liberalizzazione del mercato europeo delle quote. Sul piano nazionale, la via già intrapresa per i crediti Inps ci pare praticabile. Serve consentire agli allevatori di rientrare nelle regole a condizioni sostenibili. Chiediamo, quindi, – ha concluso l’esponente della Copagri – subito la sospensione delle procedure di riscossione e l’avvio di un serrato confronto con le istituzioni per iniziare una fase che consenta di rimettere in piedi le aziende prima del fallimento, invece di pensare ai soliti nuovi finanziamenti a pioggia per la nascita di nuove imprese, non solo in campo agricolo».
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