Il mercato automobilistico italiano in gennaio fa registrare 232.207 immatricolazioni contro le 250.385 unita’ del gennaio 2007. La contrazione e’ del 7,26% e, secondo il Centro Studi Promotor
di Bologna, non sembra dovuta a un incidente di percorso, ma a una evoluzione negativa che potrebbe continuare nei prossimi mesi.
Dall’inchiesta congiunturale mensile condotta a fine gennaio da Promotor emergono infatti seri motivi di preoccupazione oltre che per la situazione attuale anche per le prospettive. Un indicatore importante come l’affluenza di
visitatori nelle show room subisce infatti un brusco peggioramento. Mentre nel gennaio 2007 il 70% dei concessionari segnalava alta affluenza e soltanto il 6% bassa affluenza, nel gennaio scorso il quadro si e’ rovesciato: l’affluenza e’ stata
bassa per il 51% e alta solo per l’8%. Analogo segnale viene dall’acquisizione di ordini, giudicata bassa in gennaio dal 66% dei concessionari, mentre il 45% si attende domanda in calo
anche nei prossimi mesi.
A confermare la difficolta’ della situazione vi sono anche il forte calo dell’indicatore di fiducia degli operatori dell’auto determinato dal Centro Studi
Promotor e di quello relativo ai consumatori determinato dall’Isae. In gennaio il primo perde 8,5 punti e il secondo 4,7. Dall’inchiesta congiunturale mensile del Centro Studi
Promotor emerge che, secondo i concessionari, i maggiori fattori di freno della domanda in gennaio vanno ricercati nella situazione economica delle famiglie (indicata come fattore di
freno dall’86% dei concessionari), nella situazione economica generale (82% di indicazioni) e nella situazione politica (55%). In questo quadro si inserisce, secondo il Centro Studi Promotor, anche una sostanziale insoddisfazione sia degli
operatori che dei consumatori per la formula adottata per il rinnovo degli incentivi alla rottamazione, formula che prevede
un ridimensionamento del bonus (gia’ non molto elevato nel 2007) e l’inclusione tra le auto rottamabili di un numero molto
limitato di veicoli euro 2.
Gli incentivi sono comunque indicati dal 77% dei concessionari come un elemento significativo di sostegno della domanda, ma evidentemente,
anche per i limiti di cui abbiamo detto, il loro impatto sul mercato non e’ sufficiente a compensare il forte calo di fiducia dei consumatori dovuto a un quadro economico
internazionale ed italiano che continua a peggiorare e, per quanto riguarda il nostro paese, anche ad un quadro politico di estrema incertezza.


