Dopo le accuse del consigliere regionale Fabio Filippi, ora è Alleanza nazionale a raschiare il fondo del barile e far riemergere un argomento usurato, sul quale non sono mancate, già a suo tempo, spiegazioni sufficienti e trasparenza: tutto è già stato detto. Sia sulla variante urbanistica di delocalizzazione, sia sul caso della famiglia Ferretti, che altro non ha fatto che esercitare i diritti previsti dal passaggio della linea ad alta velocità, esattamente come tutte le famiglie delocalizzate.
Veniamo al caso specifico.
La variante urbanistica di cui si parla fu adottata nella passata legislatura dalla precedente Amministrazione comunale. Nell’ambito dell’impegno assunto dall’attuale maggioranza, di chiudere gli atti amministrativi aperti, il Consiglio comunale ha provveduto ad approvare la variante definitivamente, rispondendo alle osservazioni, senza variare in alcun modo la scelta adottata nel 2004.
Come noto, la storia di questa variante urbanistica parte da molto lontano, e riguarda un diritto acquisito di Ccpl per circa 5.000 metri quadrati risalente a decenni fa in via Rivoluzione d’Ottobre.
Un intervento che, nel corso degli anni a seguire, si dimostrava sempre più incombente e incongruo per un quartiere densamente abitato e che, per questo motivo, è stato tenuto fermo, con conseguenti tensioni e battaglie legali rispetto all’Amministrazione, e con la decisione, infine, dello spostamento della volumetria a Canali.
Questa soluzione è stata recepita nel Prg del 2001 come delocalizzazione e nel marzo 2004, con delibera comunale, come atterraggio in via San Marco: il progetto attuale è esattamente coerente con la delocalizzazione prevista nel 2004, nell’aprile 2005 l’attuale Consiglio si è limitato a controdedurre alle tre osservazioni arrivate, di cui una sola in contrasto con l’intervento. L’area liberata in via Rivoluzione d’Ottobre è stata ceduta all’amministrazione pubblica e destinata a servizi di quartiere: è rimasta l’unica area libera della zona, dove è stato quindi possibile finalmente ampliare la biblioteca di quartiere, il cui progetto è in corso di definizione. Sono ovviamente tutti atti pubblici.
In adiacenza all’area di delocalizzazione Ccpl è collocata la delocalizzazione della famiglia Ferretti, generata dalla demolizione dell’abitazione interessata dal passaggio della linea Tav. Ricordo che la legge regionale sui delocalizzati Tav concede a tutti la facoltà di decidere dove ricostruire la propria casa, nell’ambito del territorio comunale. Resta inteso che ognuno ha piena facoltà di disporre dei propri beni, compresa la possibilità di alienarli. Preciso che per le delocalizzazioni complessive a Reggio si è trattato di circa 50 casi, 15 dei quali sono stati ricollocati da Nord a Sud.
Questa in sintesi, la vicenda.
Il progetto di Ccpl è stato depositato agli inizi di novembre ne segue la normale istruttoria e i tempi previsti dalla norma sui permessi di costruire convenzionati. A parte questa novità, non si capisce in base a che cosa oggi sia Filippi, sia An pretendano di vendere uno “scoop” adombrando illeciti: o sono smemorati, o sono in malafede, altra sostanza non c’è.
(Ugo Ferrari, Assessore all’Urbanistica)