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Questa sera, al Carani di Sassuolo, ‘Stella Rossa’ con Vito e Maria Pia Timo

Stella Rossa prende il nome da un vulcanico personaggio interpretato da Vito che ha tra i suoi ascendenti il meccanico dello spettacolo teatrale Se perdo te, il sanguigno Stella Rossa della trasmissione televisiva Bulldozer e del libro Stella Rossa Channel. La “squadra” è la stessa di altri fortunati spettacoli del comico bolognese come Il grande caldo: l’autore è Francesco Freyrie, il regista Daniele Sala, lo scenografo Leonardo Scarpa.

E come nel Grande caldo Vito interpreta più personaggi: Ermanno detto Stella Rossa, meccanico “comunista”; Otello, anziano padre di Stella Rossa; Pilone, segretario del club di Forza Italia di Favazza; Laerte Rinaldi, operatore ecologico e candidato alle elezioni, il maresciallo dell’Arma La Neve. Stavolta Vito è affiancato dall’attrice Maria Pia Timo nel doppio ruolo di Erminia, fornaia, sorella di Stella Rossa ma di destra, e di Mascia, la badante russa di Otello.

Siamo nella immaginaria Favazza, “uno sputo di frazione piantato come un chiodo sul primo costone dell’Appennino Emiliano”, a una settimana dalle elezioni politiche che decideranno le sorti dell’Italia e del piccolo paese. Favazza è sempre stato di sinistra ma ora rischia di spezzarsi drammaticamente in due perché una folta delegazione di sinistra è andata in Africa a costruire un rondò (una rotonda stradale) ed è rimasta bloccata in quel continente. Un solo voto dato a destra o a sinistra può cambiare il futuro politico di Favazza. Quel voto è di Otello, l’anziano del paese che un “tirotto” ha costretto sulla sedia a rotelle, (mentre disinnescava una mina tedesca un commilitone per fare l’asino gli urlò “boom”), padre di due figli che ora cercano di rubargli a tutti i costi quel voto: Erminia che fa la fornaia e Ermanno che fa il meccanico (manco a dirlo fanno di cognome Favazza). I due lavorano gomito a gomito, lui nell’officina a riparare motori, lei nel forno a respirare farina. Erminia è di destra. Ermanno è talmente di sinistra da avere una falce e martello nel DNA e da meritarsi il soprannome di Stella Rossa. Alla vigilia delle elezioni in casa Favazza comincia la guerra. Il fratello diventa un nemico, la piazza un campo di battaglia che vede coinvolti in una serie di equivoci anche gli altri personaggi: Pilone, il segretario del club di Forza Italia, presieduto da Erminia, lo spazzino Laerte Rinaldi, il maresciallo La Neve, Mascia, la badante di Otello, che Stella Rossa non vorrebbe perché non può sopportare che una russa e quindi comunista debba servire un capitalista.
Molte le situazioni comiche che fanno riferimento all’attualità. «Abbiamo cercato di raccontare con divertimento una nazione che l’ultimo voto politico, con ironia superiore alla penna del miglior commediografo, – scrive Francesco Freyrie – ha clamorosamente spaccato in due, facendoci tornare nell’Italietta di cinquant’anni fa, la stessa raccontata da Guareschi (che Freyrie e Vito hanno frequentato alcuni anni fa con la messinscena di Don Camillo e Peppone n.d.r.). Lì alla fine prevaleva il bene comune, il senso di appartenenza alla stessa terra, un attaccamento ai valori che faceva sorridere i più smaliziati ma che, almeno sui libri e al cinematografo, funzionava e consolava. Oggi che il bene comune coincide con il perimetro del nostro corpo, sarà possibile una conciliazione?». Al pubblico il piacere di scoprire se c’è o meno lieto fine.
















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