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Mobilità e lavoratori in esubero nel bolognese

Dai dati raccolti dal Servizio politiche attive del lavoro e formazione della Provincia di Bologna, il 2008 inizia con 12 procedure di mobilità
(licenziamenti collettivi) e 2 di cassa integrazione straordinari, aperte da altrettante imprese nelle ultime settimane del 2007, per un totale di oltre 300 posti di lavoro a rischio.

Fra le imprese coinvolte, i Panifici Italiani di Calderara (alimentari), la BVM di Bologna (tessile), la Castellini di Castel Maggiore, la Marzocchi di Zola Predosa (metalmeccanica) e la Concerta di Casalecchio di Reno
(ristorazione).
Si tratta di numeri comunque inferiori a quelli dello scorso anno, che si era aperto con il doppio di procedure di mobilità (25) e con un numero di
lavoratori dichiarati in esubero decisamente maggiore (546): il 2007 ha fatto registrare complessivamente il più alto numero di licenziamenti collettivi degli ultimi quattro anni.

E’ l’assessore al Lavoro Paolo Rebaudengo a riepilogare i dati dell’anno appena trascorso: durante il 2007 sono state attivate e concluse 103 procedure (erano state 76 nel 2006, 72 nel 2005 e 63 nel 2004), di cui 84 per licenziamenti collettivi, 10 di Cassa integrazione guadagni
straordinaria (Cigs) e 9 richiedenti contemporaneamente licenziamenti collettivi e Cigs. Queste procedure hanno comportato la collocazione in mobilità di 1.780 lavoratori, oltre 400 in più rispetto ai 1.354 del 2006 (erano stati 1.545 nel 2005 e 682 nel 2004). I lavoratori per i quali è stata richiesta la CIGS per crisi o per ristrutturazione nel 2007 scendono invece a 626, rispetto ai 1.354 del 2006. Erano stati 670 nel 2005 e 175 nel 2004.
Tra le aziende coinvolte da procedura di mobilità nel 2007, la Cartiera Burgo Spa e la Cartiera Reno de Medici Spa di Marzabotto, le Officine Grafiche Calderini Spa di Ozzano dell’Emilia; nel settore alimentare, Lorenz Bahlsen Srl di Bazzano, Molino di San Giovanni Spa, Corticella Molini & Pastifici Spa di Bologna; nel tessile La Perla Srl di Bologna,
Maglificio Adele soc.coop. di Imola, Sissi Rossi Srl di Villanova di Castenaso, LIAR Srl di Pianoro, Galanda Srl di Molinella; la Omas Srl di
Bologna, produttrice delle famose stilografiche; le aziende metalmeccaniche Amalind Srl di Castel Maggiore, Sebac Italia Spa di Granaglione, Fava
Inoxtecnica Spa di Sala Bolognese, Grimeca Spa di San Lazzaro di Savena, Magneti Marelli Spa di Bologna; nel settore gomma Manuli Rubber Industries Spa di Calderara di Reno; nei servizi/commercio Libreria Sala Borsa Srl di
Bologna, KWS Italia Spa di Castel Maggiore, Hewlett-Packard Srl di Anzola dell’Emilia, Cooperativa Saragozza di Bologna e Securitas Srl di Granarolo dell’Emilia. Infine, nel settore trasporti, la F.lli Benazzi Sas di San
Giovanni in Persiceto e la Monducci Giordano di Dozza. Su 103 procedure, 48 si sono chiuse con un accordo in sede sindacale, 29 con un accordo promosso con la mediazione dell’assessorato al Lavoro della Provincia, 1 con accordo in Regione, trattandosi di azienda che interessava
più unità produttive sul territorio regionale, 7 con accordo al Ministero del Lavoro, in quanto i licenziamenti coinvolgevano il territorio
nazionale, mentre 4 sono stati i mancati accordi. Infine 14 procedure sono state ritirate dalle aziende nel corso della trattativa.
I settori con i più alti numeri di lavoratori collocati in mobilità nel 2007 sono stati quello delle costruzioni (619 addetti), tessile (303),
metalmeccanico (293), autotrasporti (185) e cartario (114). In particolare, il settore delle costruzioni ha avuto notevole rilevanza a causa di varie aziende impegnate nei lavori dell’Alta Velocità che vanno terminando i relativi appalti.
Rebaudengo ha sottolineato come, pur nel contesto di un mercato del lavoro locale vivace e, secondo gli osservatori, di sostanziale “pieno impiego”, che consente, anche con il supporto dei Centri per l’Impiego della Provincia, la ricollocazione al lavoro delle persone espulse dal proprio posto di lavoro, il numero complessivo degli iscritti nelle liste di mobilità sia di anno in anno in crescita: erano 3.000 a fine 2004; sono
diventati 4.200 a fine 2005, 4.900 a fine 2006 e sono saliti a 5.200 a fine 2007.
Questi dati, continua l’assessore, dimostrano l’esigenza di intensificare le azioni pubbliche di politiche attive del lavoro, anche in considerazione
del fatto che negli anni è aumentato il periodo di permanenza nelle liste di mobilità. Infatti, a fine 2007 sui 5200 iscritti nelle liste di mobilità
il 18% lo era da oltre due anni (erano il 15% nel 2006, il 12% nel 2005 ed il 10% nel 2004). I lavoratori con permanenza inferiore ai 12 mesi erano il 48% a fine 2007 (erano il 55% a fine 2006, il 58% a fine 2005 ed il 64% nel 2004).
In particolare, Rebaudengo sottolinea che devono essere intensificati gli interventi di politica attiva rivolti alle donne di età
superiore ai 40 anni, che rappresentano la fascia più consistente dei lavoratori iscritti alle liste.
















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