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Filippi (GDL): Regione indifferente all’astremismo di matrice islamica

“Un Giunta regionale indifferente ed evasiva sui numerosi quesiti posti dal sottoscritto relativamente al susseguirsi di eventi collegabili all’estremismo di matrice islamista presente nella nostra regione.” – ad affermarlo è Fabio Filippi, del Gruppo della Libertà.

Nell’interrogazione regionale presentata alcuni mesi fa, il Consigliere reggiano rilevava l’anomalo radicamento, nella nostra regione, di centri di preghiera islamici, 84 su un totale di 628 in Italia. L’Emilia in proporzione al numero di abitanti, è infatti la regione italiana ad avere sul proprio territorio il maggior numero associazioni islamiche. L’UCOII (Unione delle Comunità e Organizzazioni Islamiche) gestisce in Italia 160 luoghi di preghiera.
“Numerosi centri di preghiera islamici si sono registrati come Onlus – rileva Filippi – non pagano l’ICI, ricevono finanziamenti pubblici sia dagli enti locali, sia dal 5 per mille donato dai contribuenti attraverso la denuncia dei redditi. I cittadini, ivi compreso quelli di sinistra, sono preoccupati e chiedono maggior controlli in un ambito tanto delicato.

C’è da preoccuparsi quando da intercettazioni telefoniche emerge che i fondamentalisti islamici si sentono più liberi di agire nelle regioni governate dal Centro-sinistra!
A Reggio Emilia numerosi sono stati gli episodi che non lasciano presagire nulla di positivo: Daki, l’amico dei terroristi dell’11 Settembre, che arruolava Kamikaze per l’Iraq; le operazioni antiterrorismo di fine agosto che hanno portato all’arresto di un cittadino algerino residente a Reggio accusato di appartenere a un’organizzazione terroristica; Reggio è anche l’unica città in Italia dove si è svolta una manifestazione di protesta contro le famose vignette sull’Islam pubblicate da un giornale danese; infine il blitz dei Carabinieri di inizio novembre che ha portato all’arresto di quattro terroristi tunisini.
Mi sarei quindi aspettato un impegno concreto da parte della Giunta Errani, invece gli amministratori ulivisti si sono limitati a riferire che ‘La Regione in quanto istituzione non ha rapporti con tali centri, né con l’UCOII, né sa quanti luoghi di preghiera gestisca quest’ultima nel territorio regionale, in quanto non rientra tra le competenze regionali il censimento di tali centri, né l’avvio di rapporti particolari con le associazioni che li gestiscono’.

Sui fondi ai centri islamici aggiunge: ‘La Regione non può essere a conoscenza di elementi riguardanti la gestione dei fondi in oggetto e tanto meno può sapere se tali fondi servano a finanziare attività terroristiche. Dette informazioni possono essere il tema di indagini specifiche la cui competenza non spetta alle istituzioni regionali. Inoltre la Regione non può esprimere alcuna opinione in merito.

In pratica la Regione se ne lava le mani. Pare indifferente ad una tematica tanto delicata e sentita dai cittadini. La Regione Emilia-Romagna rinuncia, forse per un interesse elettoralistico, al ruolo di controllore. La Regione non deve abbassare la guardia, ha il dovere di occuparsi della sicurezza dei propri cittadini”.
















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