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Sassuolo: Giovanelli, situazione rifiuti in Campania non tollerabile per paese

Sono ormai 14 anni che si parla di emergenza rifiuti in Campania e dopo aver speso due miliardi di €, pari al costo di costruzione di 15 termovalorizzatori, oggi siamo di nuovo di fronte a città piene di rifiuti, a discariche che vengono riaperte ogni tre mesi con la forza (quando ci si riesce) e mai nessuno impianto nuovo costruito, anzi un nuovo impianto costruito ad Amburgo solo destinato ai rifiuti della Campania.

La vicenda rifiuti in Campania deve diventare una questione nazionale, perché oltre al dramma delle popolazioni che la vivono direttamente, rappresenta un grave danno d’immagine per l’intero Paese e lo testimoniano il monito dell’Unione Europea e il richiamo al senso di responsabilità collettiva del presidente Napolitano.



Occorre prendere atto del totale fallimento della politica, a livello nazionale, regionale e locale. Perché non è ammissibile fare finta di niente di fronte al fatto che 14 anni di poteri straordinari non hanno raggiunto, e nemmeno avvicinato, uno degli obiettivi che ci si era preposti.



La responsabilità è di chi doveva fare gli impianti e non li ha fatti, ossia la gestione commissariale, di chi doveva fare la raccolta differenziata e non l’ha fatta, ossia i Comuni, lasciando così campo libero al business criminale delle ecomafie. Eccezione fatta per quelle amministrazioni virtuose che, anche in Campania, hanno saputo avviare politiche intelligenti che hanno portato a riciclare fino al 60-80% dei rifiuti urbani.



Non è accettabile infine assistere all’ignobile comportamento di certe forze politiche dalla doppia personalità, che siedono in giunta alla mattina e si trasformano in capi protesta alla sera.



Con l’ultimo decreto il governo ha prorogato il commissariamento alla fine del 2008, seppure fissando precisi obiettivi per tornare alla ordinaria, amministrazione, adesso occorre usare al meglio i prossimi mesi e pretendere che tutti i decisori politici facciano uno scatto di dignità istituzionale, collaborando senza localismi inutili a identificare i siti di stoccaggio provvisori, a realizzare gli impianti indispensabili, ma soprattutto ad avviare finalmente una seria ed efficace raccolta differenziata, semplicemente copiando da chi la sta già facendo con successo.
I 65 cassonetti di pattume bruciati nelle rivolte di piazza hanno liberato poco meno di 9 mila microgrammi di diossina, pari a quanta ne butta fuori l’inceneritore di Marghera in 546 giorni a pieno ritmo.

E quei cassonetti hanno prodotto tante polveri sottili quante ne espelle il termovalorizzatore di Brescia in 441 giorni, lo dicono i dati dell’Istituto superiore di sanità.

Tutti sappiamo che l’ideale sarebbe fare a meno degli inceneritori grazie a una virtuosa riduzione dei consumi, a una raccolta differenziata capillare, al recupero di tutto ciò che è riciclabile, all’uso di nuove tecnologie come i «dissociatori molecolari».


Quello è il punto di arrivo. Ma intanto?
Cosa fare, della esondazione di «munnezza» che sta allagando Napoli e le sue disperate periferie?
Come rimuovere il bubbone di oggi così da poter approntare le cure di domani?

Cosa fare di quelle 95 mila tonnellate di spazzatura che traboccano sulle strade e dei 7 milioni di «ecoballe» («testate» all’inceneritore di Terni, lo hanno bloccato per mesi) oggi accatastate in oscene piramidi.

Il piano Bertolaso che aveva proposto di guadagnare un anno di tempo scaricando tutto ciò che si poteva nella grande cava dismessa di argilla di Serre, in provincia di Salerno, e usare quel tempo per concludere i lavori al termovalorizzatore di Acerra e insieme avviare sul serio la raccolta differenziata così da permettere ai nuovi impianti di bruciare «ecoballe» vere.


Il Progetto Bertolaso è saltato per l’ennesima ribellione di piazza che ha portato a sostituire Bertolaso..

E adesso? C’è chi dice che non c’è scampo, piaccia o non piaccia, alla riapertura della orrenda cloaca di Pianura. Chi non vede alternative a caricare decine di treni per la Germania o la Romania.
Ciò che è certo, è che quelle cataste di spazzatura stanno causando non solo a Napoli ma a tutto il Paese un danno di immagine inaccettabile.


Che si aggiunge al danno fatale: l’inquinamento della terra, delle falde, dei pascoli che non solo, come ha ricordato Roberto Saviano, ha fatto impennare del 24% i malati di tumore nelle aree a rischio. Ma ha fatto abbattere migliaia di pecore, mucche, bufale perché il loro latte, come denuncia Realacci, «doveva essere trattato come un liquido tossico da smaltire».


Cosa sarà deciso? Soprattutto: chi prenderà queste decisioni sarà disposto a raccogliere davvero la sfida dichiarando guerra frontale alla camorra?
Lo scaricabarile di questi giorni tra Antonio Bassolino e il governo, Rosa Russo Iervolino e Alfonso Pecoraro Scanio, convinti che la colpa non sia affatto loro (o perlomeno vada spartita con tutti) e che dunque ogni richiesta di dimissioni sia pretestuosa, la dice lunga.
Tutti colpevoli? Nessun colpevole?
In questi anni con la scusa dell’emergenza i dipendenti dei 18 consorzi di bacino sono via via aumentati fino a diventare ventimila: Uno ogni 300 abitanti.


La Lombardia produce più immondizia della Campania ma per ogni netturbino lombardo risultano esserci 25 netturbini campani.
Risulta da diverse inchieste che coloro che devono raccogliere il materiale di risulta dei cantieri sono allergici alla polvere, quelli che devono selezionare il cartone non possono sollevare più di due chili causa un mal di schiena ben certificato, per non dire di quanti hanno denunciato il Commissariato perché non lavorando, si sono giocati lo stipendio a tressette.
Come possiamo noi convincere i nostri cittadini a pagare la tariffa del Servizio Rifiuti, come facciamo a convincerli a fare più Raccolta Differenziata, ad accettare sul loro territorio gli impianti (anche se moderni ed efficienti – vedi la recente sentenza del TAR per il termovalorizzatore di Modena – ) con questi esempi di fronte e quando nessun politico paga mai per la sua incapacità di pianificare gli impianti (la Regione e le Province) e di organizzare la raccolta nel migliore dei modi (i Comuni).


Se poi penso che il Comune di Napoli è amministrato da oltre 10 dal centrosinistra prima Bassolino e poi la Iervolino e la Regione da oltre 7 anni da Bassolino credo che il centrosinistra ed il PD non possano tacere e che non possano chiedere conto di questa assolutà incapacità di Governo che danneggia i Campani e tutto il Paese.


Ferruccio Giovanelli – Vicesindaco di Sassuolo
















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