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Bologna: imprenditore ucciso, capace d’intendere il nipote omicida

Secondo il risultato della perizia disposta dal gip Rita Zaccariello, e chiesta dal Pm Massimiliano Serpi, Gianluca Vallini, il ragazzo bolognese di 22 anni accusato di aver ucciso il nonno, l’imprenditore Giancarlo Orbellanti, 71 anni, fondatore di Comet, assassinato con una pistola il 18 aprile alla periferia di Bologna, è affetto da gravi disturbi della personalità con manie ossessive ma non tali da integrare un vizio di mente, nemmeno parziale.

La perizia è stata esposta con la formula dell’incidente probatorio, cioè un’anticipazione del dibattimento in cui si acquisisce la prova.
Vallini è ancora in carcere. Dalla perizia è emerso però che, dato il tipo di disturbi di cui soffre, il giovane dovrebbe essere messo in una struttura per essere curato. Il consulenti delle parti adesso potranno presentare note a commento e deduzioni relative ai risultati della perizia, che confluiranno nell’incidente probatorio.

Il giovane alcuni giorni dopo l’omicidio e l’arresto aveva confessato. Un movente non è mai stato specificato, ma l’omicidio potrebbe essere stato originato da una sorta di risentimento del nipote nei confronti del nonno. Nel periodo precedente all’omicidio Orbellanti aveva deciso di ‘stringere i cordoni’ al nipote che si era abituato ad uno stile di vita troppo dispendioso, e che nelle intenzioni del nonno avrebbe dovuto cominciare ad acquisire esperienze di lavoro.

Ad incastrare Vallini erano state la moto usata per il delitto e il biglietto di un radio taxi perso nella fuga. La targa della moto era stata appuntata da un testimone che aveva visto il killer travisato fuggire da via Napoli, dove era avvenuto l’agguato. La moto era stata ritrovata poco dopo dalla polizia in via Titta Ruffo, dove Vallini abitava con la madre Patrizia, figlia di Orbellanti.

















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