Coinvolgimento delle Polizie municipali nelle attività di controllo, adeguamento delle attività formative per coinvolgere anche i lavoratori impegnati per brevi periodi di tempo, campagne mirate per sensibilizzare alla prevenzione anche gli stranieri, introduzione di nuovi strumenti di contrasto del lavoro nero e irregolare, come il Documento unico di regolarità contributiva (Durc) e gli indici di congruità.
Sono le principali novità previste dal protocollo d’intenti “Interventi per informazione, formazione e prevenzione in materia di sicurezza sul lavoro” firmato giovedì 6 dicembre nella sede della Provincia di Modena adeguando il documento sottoscritto una decina di anni fa alle nuove esigenze del mercato del lavoro ed aumentando il numero dei soggetti che intervengono nella tutela della salute nei luoghi di lavoro.
Il protocollo, infatti, promosso dalla Provincia è stato firmato anche dai Comuni, oltre che da associazioni di categoria e sindacati, Università, Azienda Usl, Direzione provinciale del lavoro, Ufficio scolastico provinciale. Ordine dei consulenti del lavoro, consigliere di parità, Cassa edili e Scuola edile.
«Le novità introdotte con il protocollo rappresentano strumenti concreti per intervenire, nel quadro della nuova legge nazionale, per ridurre gli infortuni e per combattere l’illegalità, spesso la vera causa della carenza di sicurezza in molti ambienti di lavoro» afferma l’assessore provinciale al Lavoro Gianni Cavicchioli sottolineando come, pur in presenza di una tendenza positiva alla riduzione degli infortuni, «il problema rimane drammaticamente di attualità ed è necessario affrontarlo in termini di prevenzione, con l’informazione e la formazione, ma anche con controlli sempre più rigorosi».
Proprio per questo motivo sono stati coinvolti i Comuni («chi meglio delle Polizie municipali può avere il controllo del territorio?») e si sollecitano le istituzioni affinché gli organi di controllo abbiano adeguate risorse e professionalità e «realizzino controlli frequenti e mirati, in particolare nei settori a rischio». La recente “campagna” svolta sui cantieri, per esempio, ha evidenziato come un’azienda su tre non fosse in regola. «Con strumenti innovativi come gli indici di congruità – aggiunge Cavicchioli – miglioreremo invece la prevenzione consentendo di verificare l’incidenza del costo del lavoro sul valore delle opere per fare emergere nero e lavoro irregolare».
Infortuni in calo anche a Modena
Infortuni sul lavoro in calo anche se resta molto da fare. E’ la chiave di lettura dell’analisi dei più recenti dati modenesi forniti dall’Inail, l’Istituto nazionale assicurazioni infortuni sul lavoro, aggiornati al 31 ottobre del 2006. Dall’indagine presentata nei mesi scorsi, infatti, emerge la conferma della tendenza alla riduzione degli infortuni che continua dal 2001 quando hanno sfiorato i 27 mila nel settore industria e servizi. Nel 2005, invece, a Modena ne sono stati registrati 22.780 con una riduzione del 15 per cento. Il calo è stato del 2,8 per cento in regione e dell’8,2 per cento a livello nazionale. L’anno precedente a Modena erano stati denunciati 23.712 infortuni.
A
nche nel settore agricoltura si registra una riduzione generalizzata degli infortuni: 1.130 denunciati nel 2005 rispetto ai 1.483 del 2001 (nel 2004 erano stati 1.241).
Nei cinque anni considerati dall’indagine (2001-2005) gli incidenti mortali a Modena sono stati 94 di cui 48 costituiti da infortuni mortali cosiddetti in itinere (nel tragitto casa-lavoro-casa) e stradali in genere, mentre 46 sono effettivamente accaduti in occasione e nei luoghi di lavoro. La maggior parte di questi ultimi sono avvenuti in edilizia (19) e in agricoltura (13) soprattutto per “cadute dall’alto” e “ribaltamento di trattore”. Nel 2001 gli infortuni mortali sono stati 21, 20 nel 2002, 21 nel 2003, 14 nel 2004 e 18 nel 2005. Nel 2006, poi, i mortali sono stati otto; tre nel 2007, fino ad agosto.
I settori a maggior frequenza infortunistica sono, in ordine decrescente, il minerario-ceramico, le lavorazioni agricole industriali, macelli e alimenti, le lavorazioni del legno e l’edilizia mentre quelli a maggior gravità risultano essere l’edilizia, il legno, i trasporti, le lavorazioni agricole industriali e alimentari e il minerario-ceramico.
Gli indici medi, a partire dal 94-96, mostrano una tendenza alla riduzione particolarmente marcata nei settori tradizionalmente considerati a maggior rischio, dove si sono anche più concentrate le attività di prevenzione e di repressione. Riduzione che risulta ancora più marcata negli ultimi anni.
La provincia di Modena, confrontata con le altre province della regione, si colloca all’ottavo posto per frequenza infortunistica (solo Piacenza ha frequenze inferiori) e all’ultimo per gravità (si calcola considerando le giornate di lavoro perse) guadagnando in entrambi i casi una posizione rispetto all’anno precedente.