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Modena: Cavicchioli su lavoro a chiamata nel settore della ristorazione

Uno strumento migliorabile, ma comunque una risposta al lavoro nero in settori come quelli dell’intrattenimento e della ristorazione. E’ il giudizio sul “lavoro a chiamata” dell’assessore provinciale al Lavoro Gianni Cavicchioli che, commentando positivamente le recenti attività di controllo della Guardia di finanza, interviene nel dibattito che si è aperto su questo strumento contrattuale.


«Dando per scontato – spiega Cavicchioli – che i luoghi di intrattenimento e della ristorazione sono frequentati soprattutto nei giorni festivi e prefestivi, le misure per regolamentare il mercato del lavoro di questo comparto non possono che “adeguarsi” alla situazione: la mancanza di una legislazione coerente, infatti, lascerebbe al mercato la definizione di “regole di fatto” con conseguente esasperazione dei problemi che caratterizzano questi settori: la carenza di continuità e punte elevate di irregolarità».

E visto che la continuità, almeno per una grande maggioranza di casi, non è razionalmente un problema risolvibile, per l’assessore al Lavoro risulta quindi «inutile e controproducente demonizzare le misure legislative che la governano: non si fa altro che offrire motivazioni “quasi legittime” a chi non cerca altro per giustificare il proprio operato ai margini o fuori dalla legalità».

Il lavoro a chiamata, quindi, per Cavicchioli «non sarà magari una soluzione ottimale, ma dà almeno una possibilità in più di combattere il lavoro nero in tutti i settori dove il bisogno di mano d’opera non è pianificabile se non nel breve termine». Questo non significa, però, che lo strumento non possa e non debba essere migliorato «lavorandoci insieme senza inutili preconcetti ideologici e soprattutto senza ipocrisie».

Intanto, propone l’assessore, si potrebbe cominciare parificando le sanzioni previste per lavoro nero e lavoro irregolare, le prime ben più salate delle seconde così da far risultare “accettabile” il rischio di essere pizzicati per una semplice irregolarità. «Eppure – afferma Cavicchioli – le attuali tecnologie (con e-mail ed sms) rendono possibile le comunicazioni di avviamento in tempo reale… a patto, naturalmente, di volerle fare».

















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