Tuteliamo e incentiviamo le aziende produttive locali con una legge che obblighi, negli appalti pubblici, l’acquisto di materiali prodotti nella Comunità Europea. Così il Comitato Conto anch’io a Sassuolo.
Negli ultimi anni, si sta manifestando, in maniera sempre più pressante, l’esigenza da parte delle aziende (e imposte dalle normative), di dotarsi di strumenti per una gestione sistemica ed integrata delle attività relative a salute, sicurezza, ambiente e qualità mentre in altri paesi extra-europei c’è la tendenza opposta al fine di abbassare i costi di produzione ed essere piu’ competitivi in termini di prezzi.
Le nostre aziende sono quasi tutte certificate a livello internazionale a tutela dell’impatto ambientale salvaguardando qualsiasi rischio ambientale. Si possono constatare nel distretto indicatori di qualità ambientali, bilanci e dichiarazioni ambientale del sistema produttivo ceramico a differenza di altre nazioni concorrenti.
Esiste oggi nel nostro distretto di Sassuolo una sicurezza nei processi chimici. Proprietà dei prodotti chimici connessi alla sicurezza. Sicurezza in termini assoluti di nocività, ecotossicità, reattività.
L’ambiente, dunque, sarà un problema dominante nei prossimi anni in quelle nazioni che stanno producendo senza tener conto della salvaguardia ambientale.
Il nostro Comitato vuole suggerire la definizione di una proposta di Legge sui prodotti utilizzati negli appalti pubblici che preveda, al contempo, apertura e protezione, ma soprattutto tutela ambientale.
Bisogna cercare di disincentivare le furberie di qualche paese Extra-europeo non solo in termini ambientali ma anche in termini occupazionali ossia dello sfruttamento delle risorse umane senza regole e senza sicurezza lavorativa.
La sicurezza dei lavoratori è materia di elevata rilevanza sociale che trova fondamento nella Costituzione (art. 32 e art. 41, comma 2) e nel diritto comunitario. Come significativo fattore di garanzia del diritto alla salute, costituisce bene inderogabile a rilevanza pubblicistica e in quanto tale sottratto alla disponibilità di chiunque ne debba determinare i suoi contenuti in applicazione delle disposizioni di legge e regolamenti.
A dispetto di significativi miglioramenti nella salute e nella sicurezza in molte parti del mondo negli ultimi decenni, l’obiettivo globale di garantire la salute e la sicurezza ai lavoratori è ancora lontano dall’essere stato raggiunto.
Si potrebbero ottenere conquiste in salute più significative e durature se venissero definite strategie più efficaci e programmi efficienti.
Nell’acquisto di materiali prodotti nella Comunita’ Europea, inoltre, si potrebbe avere una migliore qualità del servizio di trasporto (rapidità e puntualità nella consegna sono fattori determinanti in una realtà produttiva e industriale che si avvale sempre meno delle scorte di magazzino) ed un importante contenimento dei costi (evitare inutili trasbordi nei magazzini comporta una maggiore sicurezza delle merci ed un minore dispendio di energie) ed eviterebbe in parte l’inquinamento causato dai trasporti fuori dall’Unione Europea.
I profondi cambiamenti che si sono prodotti in questi ultimi anni nel contesto economico-sociale hanno sollecitato profondi processi di ristrutturazione della spesa pubblica.
La stessa crisi del cosiddetto “stato sociale” ha indotto la pubblica amministrazione, in Italia come negli altri paesi dell’Unione, a ricercare nuove forme e modalità di gestione dei servizi e delle forniture come dei lavori e delle opere pubbliche. Gli stessi processi di “liberalizzazione” e “privatizzazione” hanno reso ancora più evidente l’esigenza di ricercare forme di affidamento (appalti) più adeguate alle nuove esigenze ed innovative rispetto a quelle tradizionali.
Allo stesso modo Confindustria Ceramica si sta adoperando per obbligare i produttori stranieri ad indicare sulle piastrelle e sulle scatole dove sono state prodotte. In questo modo si difendono i consumatori ma anche le imprese italiane dalla concorrenza sleale di aziende straniere.
Un altro aspetto importante per la tutela delle imprese, dei lavoratori e dei cittadini sono le piastrelle di ceramica e/o altri materiali usati per le opere pubbliche come scuole,ospedali ecc. sarebbe utile e da rendere obbligatorio solo l’utilizzo di ceramiche prodotte da stabilimenti dell’Unione Europea attraverso una legge.
La seguente proposta di legge nasce dalla costante ricerca, coniugando diverse opzioni economiche, di determinare nuove opportunità di lavoro e di rendere possibile, nel nostro territorio, uno sviluppo compatibile e in linea con le scelte europee che sono state fatte dal Governo nazionale.
Il progetto di legge tiene conto di questa esigenza e la interpreta come coincidente con quella della qualificazione degli operatori. Nell’appalto pubblico questo si traduce nella corretta definizione (come appunto sostiene l’Antitrust), dei “requisiti soggettivi” (tecnico-organizzativi ed economico-finanziari) che gli operatori economici debbono possedere per poter essere invitati a presentare una offerta.
La concorrenza è dunque, in generale, garantita dalla Amministrazione Aggiudicatrice (con la formulazione del bando) applicando quanto prescritto dalla legge (e dalle direttive europee).
La competenza esclusiva dello Stato in materia si può esprimere con la emanazione di norme nazionali specifiche (requisiti minimi comunque inderogabili) o addirittura con la istituzione di un “sistema unico nazionale di qualificazione”. E’ questo il caso ad esempio della tipologia di appalti per “lavori pubblici” con il sistema cosiddetto delle S.O.A. (Società Organismo di Attestazione) che consente alle imprese (per gli appalti pubblici di lavori) di partecipare alle gare presentando l’ “attestato SOA” come condizione necessaria e sufficiente per essere invitate.
Il progetto di legge tiene conto di tale competenza e nel caso vi siano “norme specifiche” o “sistemi unici” nazionali vengono fatti salvi ed applicati.
L’Autorità ci propone anche l’importanza della definizione dell’”oggetto della gara” come scelta che condiziona in modo forte quelle conseguenti sui requisiti richiesti agli operatori economici. Il “che cosa” si appalta infatti è alla base della definizione dei requisiti minimi che necessariamente sono correlati alla dimensione economica e alla qualità delle prestazioni richieste agli operatori economici.
Si tratta di un eventuale provvedimento che se attuato potrà concretamente favorire la tutela dei lavoratori del nostro Paese, un grande bene immateriale. La ceramica italiana ha lasciato negli anni segni identificativi e ancora oggi continua a rappresentare un marchio identificativo di un territorio attraverso politiche colturali che si intrecciano con gli ambienti urbani, e le attività economiche e sociali connesse. Il distretto gioca un ruolo determinante nell’identificazione di un territorio ed è un fattore di attrazione e competizione, soprattutto in chiave sociale-economica.
I distretti, come Sassuolo, esistono in tutti i paesi avanzati. Ma da noi vanno decisamente rafforzati per ridurre gli svantaggi dovuti a tre gravi carenze, fra loro interconnesse: scarsezza di grandi imprese multinazionali, insufficienza di economie di scala, inadeguatezza delle infrastrutture. Per questo è necessaria una riforma che favorisca lo sviluppo locale.
E se il problema oggi è il declino industriale, questa proposta di legge potrebbe essere una ricetta per promuovere una nuova campagna di stimoli per investire di piu’ sul territorio.
E’ una scelta obbligata quella di contribuire a migliorare le condizioni dell’industria sassolese, e quindi del paese, puntando sulla riforma che tuteli e incentivi il distretto industriale in termini commerciali che riflettano allo stesso modo le aspettative di tanti imprenditori.
Ovvero, ridare nuova energia fiducia alla nostra zona caratterizzata da un’alta concentrazione di piccole e medie imprese, specializzate in produzione di materiali ceramici e collocata su una medesima area territoriale. E’ una zona circoscritta nella quale le imprese stabiliscono intensi rapporti di relazione: se da un lato la forte competizione stimola l’innovazione del prodotto, dall’altro la vicinanza e il livello di specializzazione consentono una continua trasmissione di conoscenze.
Permettendo inoltre di mantenere un alto grado di flessibilità, ma anche di realizzare economie di scala tipiche della grande impresa attraverso l’integrazione produttiva. E il successo che i prodotti dei distretti potrebbero riscuotere sui mercati internazionali è però anche frutto di una grande capacità di innovazione e di una costante ricerca dei miglioramenti dei metodi e dei prodotti, favorite dalla concorrenza tra le stesse aziende del distretto e dall’interazione tra i sistemi distrettuali e le intelligenze distribuite sul territorio in tema di ricerca e formazione.
Sinergie che hanno reso finora competitivi a livello internazionale anche settori comunemente considerati tecnologicamente poco dinamici, come ad esempio quello ceramico. Ma che oggi si rivelano fragili perché le imprese distrettuali non riescono più a reggere l’urto della competizione internazionale soprattutto sotto il profilo produttivo.
Ci auguriamo che questa proposta di Legge sia utile per stimolare l’interesse di qualche parlamentare . Auspichiamo che si possa in futuro lavorare insieme perseguendo il comune obiettivo di tutelare e salvaguardare i posti di lavoro del nostro territorio e di garantire ai nostri cittadini il miglior distretto ceramico possibile nel prossimo futuro.
Per affrontare lo sviluppo futuro il distretto ceramico ha bisogno di scelte di grande livello, sia da parte degli imprenditori , sia dalla parte dello Stato: nell’organizzazione del lavoro, nelle risorse da destinare alla migliore fattura del prodotto ceramico, in una politica non di soli risparmi per incrementare la bassa redditività, ma anche di mezzi e leggi indispensabili per un distretto che intende restare leader in termini di qualita’ e di prestigio.
(Comitato Conto anch’io a Sassuolo)