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Lavoratori invalidi: il Giudice limita l’impiego in mansioni usuranti

Il Magistrato del Lavoro ha posto un freno all’utilizzo indiscriminato in mansioni usuranti di lavoratori invalidi al lavoro o invalidi civili, assunti nelle grandi aziende.

Spesso succede che tali lavoratori (che vengono avviati al lavoro secondo gli obblighi di
legge sul collocamento degli invalidi e in base liste speciali di collocamento) vengano sì assunti sulla base di prescrizioni di impiego in mansioni leggere, ma poi sostanzialmente vengano via via adibiti a mansioni pesanti ed insostenibili. In tal modo, certe grandi aziende, se da un lato rispettano inizialmente la forma e gli obblighi
di legge assumendoli, dall’altro aggirano la legge adibendoli a mansioni spesso fisicamente insostenibili, per persone che hanno le
più svariate patologie. Conseguentemente, l’esito è scontato: indurre il dipendente alle dimissioni nel momento in cui questo non riesce più a sostenere certi ritmi di lavoro.

Il caso specifico è quello di Damiano Siracusa*, operaio con mansioni di magazzino, avviato dal marzo 2006 in Dalmine Resine Spa., con sede
a Modena in strada San Cataldo, una grossa azienda che produce tubi in resine. Siracusa, a seguito di un grave infortunio sul lavoro subito
nel 2000 (in un grave incidente aveva riportato frattura all’omero destro), è invalido al lavoro al 67%. Deve mantenere la moglie e due figli piccoli. E’ stato assunto nel marzo 2006 in Dalmine con mansioni leggere, eventualmente anche di magazzino informatizzato.
Il punto però è che, fin dall’assunzione in Dalmine Resine, gli sono state assegnate mansioni di facchinaggio (spostare ed accatastare tubi), esclusivamente in piazzale all’aperto, sia in inverno che in estate. Al limite, quando era stanco, e non ce la faceva più, poteva
fermarsi qualche minuto, senza che tuttavia fosse regolato alcunché.
Il tutto era lasciato alle scelte dei superiori. In agosto, però, ha subito l’ennesimo infortunio sul lavoro e, così, si è rivolto alla Cgil di Modena, che lo ha aiutato a presentare ricorso d’urgenza al Tribunaledi Modena, per chiedere che gli venissero assegnate mansioni
compatibili con quei problemi fisici.

Come si legge nella sentenza del Giudice Carla Ponterio, Siracusa lavorava anche sotto la pioggia, spostava e trascinava a mano, senza carrelli, tubi di tutti i pesi, fino a mille al giorno. Ecco perché il Tribunale, accogliendo il ricorso, gli ha dato ragione ed ha ordinato all’azienda che, d’ora in avanti, il Siracusa venga adibito ad attività manuali leggere, con regolazione di pause periodiche e congrue.
Si apprende, tuttavia, che l’Azienda ad oggi non ha ottemperato all’ordine del Giudice ed anzi, in relazione alle pause, sta
continuando a formalizzare al lavoratore contestazioni disciplinari. E dire che, nel provvedimento della dottoressa Ponterio, si legge
anche che deve essere tutelata la dignità del lavoratore, una dignità che viene messa in pericolo quando un invalido viene adibito a
mansioni incompatibili con le proprie condizioni di salute e con l prescrizioni dell’avviamento obbligatorio.
Il provvedimento del Giudice Carla Ponterio viene salutato dalla Cgil di Modena: come un passo importante per la tutela dei lavoratori
invalidi al lavoro o invalidi civili e come un clamoroso stop del Tribunale ad impiegare operai invalidi secondo illegittimi e
disinvolti schemi, che by-passino le rigorose limitazioni fissate al momento dell’assunzione sui contenuti delle mansioni.

(Ufficio Vertenze Cgil Modena)

* con consenso alla pubblicazione dei dati del lavoratore.

















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